A volte il titolo di un film può sviare lo spettatore curioso. Ad esempio "Supernova" potrebbe far pensare a qualcosa riguardante l'astronomia. Non per nulla, se ci si documenta si scopre che il termine indica un'esplosione stellare più energetica di quella di una nova. Un'ulteriore conferma dell'assenza di quiete nell 'universo spazio temporale e l' esplosione di un ammasso di stelle e galassie sprigiona molta materia ed energia ad essa connessa, disperdendosi ovunque fino a investire anche un pianeta sperduto come la nostra Terra.

Solo che quello astronomico è solo uno dei tanti temi affrontati nel film che vado a recensire. Vi si trovano le cosiddette grandi tematiche come la vita , la malattia, la morte, lo spazio tempo, l'amicizia, l'amore inteso come rispetto o come dedizione verso la persona amata. Insomma tanta carne al fuoco per un film dai toni sobri, contenuti, mai incline a scivolare nel melodramma, ne' ad indulgere alla lacrima facile . Un esempio di impeccabile understatement anglosassone .

Tutto ruota intorno ai due protagonisti Sam (musicista) e Tusker (scrittore con l'hobby dell'astronomia) legati da un'unione sentimentale di fatto ormai trentennale ed accomunati da una grande passione per l'arte . Giunti alla svolta anagrafica dei 60 anni , a Tusker viene diagnosticata una demenza precoce (o Alzheimer) contro cui non esistono farmaci efficaci.

Razionalizzata la prospettiva della decadenza e conseguente fine vita, di comune accordo i due a bordo di un camper compiono un viaggio (forse l'ultimo ) nella campagna inglese fino alle selvagge brughiere scozzesi . L'intento è quello di attuare una ricerca proustiana del tempo perduto, rivedendo i luoghi amati in tempi lontani e le persone conosciute e divenute amiche fidate.

È ovvio però che il tempo muta tutto e quindi anche noi esseri umani . In particolare Tusker, pur cercando di resistere al male incipiente, inizia a perdere colpi con crescente sgomento di Sam. Non passano inosservate le sue defaillances nel vestirsi, parlare in pubblico, perfino tenere in mano la penna (proprio mentre sta componendo l'ultimo suo romanzo ..) . E lo stesso Tusker, ad un certo punto, confessa di non accettare l'idea di diventare passeggero di sé stesso, di non poter più gestire autonomamente la propria esistenza. Semmai lo si lasciasse solo in questo scorcio finale di partita, serbando il ricordo di lui nei giorni migliori.

Sarebbe questo un atto orgoglioso da parte di chi rivendica la legittima libertà di decidere del proprio destino. Solo che Sam, artista dall'animo sensibile, gli contrappone il suo diverso avviso dettato dall 'amore inteso come sinonimo di dedizione estrema verso il partner, anche nei momenti più difficili ed estremi . È lui a chiedergli di restare al suo fianco fino alla fine, costi quel che costi.

Con un finale aperto che non lascia intuire come andrà a finire, il film saldamente diretto da Harry Macqueen ed impreziosito dalla sublime recitazione di Colin Firth (Sam) e Stanley Tucci (Tusker) ci pone di fronte a quesiti ponderosi. Amore verso l'altro all'insegna del rispetto di altrui scelte difficili e dolorose? Oppure dedizione verso il partner fino al sacrificio di sé stessi? Difficile fornire una risposta convincente. Così come nessuno può mostrarsi sicuro di fronte alla prospettiva dell'ineluttabile decadenza fisica a preludio della morte. È fin troppo facile illudersi di essere eternamente giovani.

Ma se può essere di conforto, ecco che quanto emerge dagli studi astronomici (di qui l'aggancio al titolo di questo film breve ma intenso e profondo) ci induce a ritenere che nell'universo spazio temporale infinite sono le possibilità per materia ed energia ovunque presenti . Se nulla si crea e nulla si distrugge, la prospettiva della morte è meramente illusoria. Dalla polvere e dalla cenere qualcosa comunque rinasce e vive in altre forme. Piace quindi pensare che dell'esistenza di ciascuno di noi qualcosa rimarrà in diverso aspetto, in tempi e luoghi differenti . Le vite di Sam e Tusker (e di chiunque altro) non saranno state pertanto invano.

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