“Laputa non può cadere; continuerà a risorgere, perchè il potere di Laputa è il sogno dell'umanità.”
Una favola moderna come solo Miyazaki sa proporre, un incanto da cui non ci si può sottrarre: una volta che che lo conosci non te ne liberi più. I suoi film sono la letteratura del cinema d'animazione giapponese e mondiale e Laputa: Castello nel Cielo ne è la massima espressione artistica (senza voler togliere nulla agli altri capolavori). Caratteristica delle sue opere è quell'alone magico che avvolge ogni storia, quella sensazione di irrealtà, come un sogno ad occhi aperti o come quando tu nel sogno sei consapevole di star sognando (a me capitava spesso da bambino). E cosa ci può essere di più magico di una città sospesa nel cielo, una specie di Atlantide nell'aria. Questo luogo immaginario descritto da J. Swift ne “I Viaggi di Gulliver” (peraltro citato nel film) possiede una tecnologia sconosciuta agli esseri umani, una tecnologia creata dai suoi abitanti, poi scomparsi definitivamente.
Sono pochi a conoscere la sua storia o meglio a crederci; tra questi un ragazzo di nome Pazu che grazie a una fotografia scattata dal padre è fermamente convinto della sua esistenza. Questa convinzione diventerà certezza quando conoscere Sheeta, una ragazzina scesa dal cielo ricercata dal governo e dai pirati per un particolare ciondolo che porta al collo. Pur non essendo collocata in un periodo preciso la storia sembra trovarsi in un “ipotetica” era industriale , a cavallo tra il XIX e il XX secolo. molto suggestivo lo sfondo con le fabbriche e le ciminiere di una volta, tipico scenario di una periferia di inizio novecento. Il tutto contrastato da cose come robot e macchine volanti, degno del miglior Verne.
Curato personalmente in ogni minimo particolare dal Maestro, ogni dettaglio, anche il più insignificante, non è lasciato al caso. La precisione e la cura maniacale nei disegni è tipica dello Studio Ghibli e del suo fondatore. In Italia purtroppo questi film sono poco distribuiti e alcuni sono veri e propri pezzi da collezione. In Giappone invece Miyazaki è più famoso di Walt Disney (paragone forse poco azzeccato vista la poca simpatia del regista giapponese per la casa produttrice americana).
Chi dice che i film d'animazione sono roba per bambini non ha visto questo film, o "La Città Incantata", o "Principessa Mononoke"; e se dopo averli visti non cambia idea costui è uno stolto.
(scherzando s'intende)
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