Su questi Hellions c'era (e c'è) talmente tanto hype che era impossibile non avere a che fare con loro se si è soliti navigare sui principali media alternative in Rete. Descritti come la "next big thing" della scena alternative rock i Nostri sono finalmente giunti alla pubblicazione del loro nuovo album, "Opera Oblivia", registrato ancora una volta in Thailandia (non chiedetemi cosa possa spingere una band a cercare uno studio in Thailandia, non mi è molto chiaro...). Detto ciò, di cosa stiamo parlando? Di un disco che ok, è molto carino, niente più. I brani hanno mordente, c'è un singolone incredibile (sono serio) come "Thresher", peccato che poi tutto vada pian piano in calando. Per capirci meglio, provate ad ascoltare il disco in auto, sono certo che più di una volta sarete tentati a passare alla canzone successiva, non perché sia qualcosa di indecente ma bensì perché non offre quegli imput necessari a tenere "sul pezzo" l'ascoltatore. Vada per la sfrontatezza del frontman Dre, che tra parti rappate e altre più melodic oriented strappa consensi e si eleva rispetto alla combriccola di musicisti al seguito. Prendete per certi versi i My Chemical Romance, modernizzateli e rendeteli molto più catchy di quanto già lo fossero ai tempi ed eccovi gli Hellions, band un tantino acerba per fare quel salto di notorietà che in troppi pronosticavano prima di aver sentito questo album.

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