Sei un architetto romano, uno dei più promettenti e richiesti, al servizio dell'imperatore Adriano. Un architetto che tanto ingegno e tanta passione ha dedicato alle preziose Terme della città di Roma, fulcro del benessere del popolo che in questo modo è più facilmente domabile.

Purtroppo la crisi creativa ti blocca, blocca le tue idee, nessun odore di innovazione. Niente.

Come evitare di cadere ben presto nel dimenticatoio fra le innumerevoli menti ingegneristiche che hanno contribuito al bene dell'impero? Semplice: cercando rifugio e pace per i pensieri nel silenzio ovattato dell'acqua, durante un bagno termale.

Invece di un rifugio però, sei inghiottito da un vortice che ti catapulta nel Giappone dei nostri tempi.

Questo il plot del film, decisamente originale e promettente. Poco importa se Lucius (in continuo andirivieni spazio-temporale tra il 130 d.C. e il presente) ha le fattezze (nemmeno) troppo nipponiche per far parte dell'antichissima Roma, e se parla in Latino solo quando si tuffa avanti nel tempo di duemila anni; diciamo che Hideki Takeuchi (alla regia) ce l'ha messa tutta, e assieme alla sua squadra regala anche un'ottima ricostruzione di Roma.

Lucius, meravigliato dalla tecnologia di quella che crede una civiltà superiore (gli "occhi allungati"), decide di trapiantare nella realtà dell'Impero (spacciando il tutto per farina del suo sacco, contrariamente a ciò che la coscienza e l'orgoglio gli suggeriscono) una serie di invenzioni e marchingegni, che fanno delle Terme un luogo ancor più prestigioso ed essenziale; grazie a questa resurrezione artistica entrerà nelle grazie dell'Imperatore fino al glorioso finale.

Tratto da un Manga Giapponese, che non conoscevo, in questa versione cinematografica si rivela una divertente sorpresa. Non c'era la recensione. Ora si.


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