Gli Him iniziano la loro carriera musicale nel 1997, dimostrando sin da subito una precisa tendenza e la propensione verso particolari tematiche legate ad una concezione umbratile, sfumata dell'esperienza d'amore, espressa attraverso simbologie dark-metal che, abbastanza evidentemente, mal aderiscono al contenuto delle loro liriche, ma che in effetti non mancano di avere una loro funzione caratteristica.
L'amore di cui Valo parla nelle sue canzoni, in un certo senso, potrebbe essere considerato puramente come un espediente estetico fine a se stesso nel senso che, le canzoni si risolvono spesso in variazioni intorno agli stessi tòpos, le stesse espressioni: l'amore e la morte, uniti insieme ad una ricercata terminologia relativa a ipotetici collegamenti col demonio o piuttosto, col lato oscuro dell'esistenza. Relativamente a ciò, potremmo legittimamente pensare che Valo, volutamente, e furbamente, giochi sull'ambiguità della coppia eros-thanatos in vista di preziosi consensi da parte dei teen-ager, affascinati dal lato dark della cosa, congiunto ad un non troppo impegnativo stile musicale. E non è escluso che sia così, in parte.
Occorre però andare oltre, scendere a compromessi col Valo e tentare di capire la concezione di fondo che sta dietro alle sue composizioni. L'amore, ovviamente, è al centro di ogni canzone, un amore soprattutto malinconico, lacrimevole, intriso di una programmatica sensazione di tristezza. Un amore degno del migliore poeta elegiaco: Valo si spende in dolci espressioni al limite della sdolcinatezza ("Right here in my arms"), immagina un amore fatto di tormenti ("Poison girl"-"Heartache every moment"), fino al pensiero estremo di un sentimento proteso oltre la vita stessa ("Join me in death"-"When love and death embrace"). D'altra parte però, tutto viene circonfuso da un'aura metal, gotica, con richiami diabolici, quasi ad accrescere la sensazione di oscurità, di tormento, di dolore. Citiamo su tutte "Your sweet six six six", oppure "Gone with the sin". A ben vedere però, i più esperti storcono il naso nel considerare l'etichetta di gothic-metal affibbiata agli H.I.M.. In effetti, il gruppo di Valo è ben lontano dal suonare metal. Ma Valo ne è consapevole. Egli non fa metal. Semplicemente, si serve delle strutture del metal per costruirvi intorno delle gotiche elegie di amore e morte di sapore neoclassico. E in questo, mostra una compiuta tecnica artistica, una originalità e anche, se vogliamo, un certo spessore, laddove di solito, le canzoni d'amore sono le peggio in ogni genere.
Attraverso i richiami dark non fa che sublimare un sentimento spesso banalizzato, nella musica. Certo, le canzoni degli H.I.M. non sono capolavori del rock, non trasmettono contenuti morali o ideologici, non fanno nemmeno paura...(!). Ma si sa, l'elegia è un componimento tenue, umile. E tuttavia, anch'esso riveste una sua dignità, nell'essere espressione della soggettività del singolo, lacerato dalla contraddizione e dall'equivalenza tra l'amore e la morte.
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