Tempo fa  discutevo in treno con un tipo di musica e di dischi  e rimasi particolarmente sorpreso quando mi confessò che aveva sì e no 50 dischi, tutte raccolte, tipo i  best of degli U2, dei Dire Straits, dei Queen, di Vasco Rossi, ecc.. Quando gli chiesi se gli fosse mai venuta la curiosità di andare a scoprire la singola discografia degli artisti di cui aveva apprezzato il best of, egli fece spallucce, dicendo che non serviva, tanto probabilmente le cose migliori erano in quei dischi che già aveva.

L'annosa questione riguardante le raccolte è se siano esaustive, se rappresentino uno specchio fedele dell'artista, se possono essere un buon surrogato all'intera discografia. Questo quasi mai avviene, soprattutto perché le raccolte vengono create ad hoc dalle case discografiche senza che gli artisti ci mettano mani e perché in 15 canzoni è veramente difficile riassumere carriere che magari sono anche ventennali.

Personalmente mi servo di questi tipi di dischi (anche se raramente) un po' come punto di partenza per rendermi conto della proposta musicale e, soprattutto, per quegli artisti di cui già so che non comprerò altro ma di cui mi và di avere comunque una testimonianza importante. Un po' come è avvenuto con questo "Time flies" di Huey Lewis, di cui difficilmente mi andrà di esplorare la sua discografia ,non perchè è brutta ma perchè in cuor mi già so che le 16 canzoni qui presenti mi basteranno ed avanzeranno. Quella di Lewis è musica da Malibu Beach, peraltro neanche troppo originale, piacevole come può essere piacevole una bibita dissetante nella calura estiva . Ci sono sonorità che possono essere "sorseggiate", quelle di Lewis sono tra queste: a piccole dosi per assaporarne lo zucchero ed il frizzantino, obbligatoriamente in spiaggia, meglio con torrette per avvistamenti squali, qui sulle nostre spiagge non funzionerebbe.

Huey Lewis a me non è mai stato simpatico: troppo ordinato, belloccio per suonare rock, più che un musicista mi è sempre sembrato un agente di borsa di Wall Street. Sguardo piacione, eterno sorriso, sembra il classico americano delle barzellette, quelle in cui arriva l'italiano di turno e gli frega soldi e donna. Insomma se hai i capelli corti e vuoi suonare rock ti è permesso purchè indossi jeans, maglietta bianca e una telecaster! Tuttavia ricordo che  il pezzo The power of love, dal primo Ritorno al Futuro, aveva un tiro ed un'energia micidiale, classico pop-rock ,con tanto di fiati ad accompagnare il motivo, che ricordo i jukebox estivi passavano in continuazione, così quando ho visto tra gli usati di un noto negozi di dischi di Napoli questa raccolta, ad un prezzo stracciato, non ci ho pensato due volte e l'ho fatta mia.

Prima sorpresa è nel booklet e nella serigrafia del cd, dove c'è Huey, completamente sudato e stravolto, intento a salti e piroette scimmiesche, segno che probabilmente in sede live il suo appeal viene almeno momentaneamente messo da parte. La musica... beh, la musica è così leggera che il disco rischia di prendere il volo:  rock n'roll semplice e diretto, misto ad una buona dose di r n'b ed una spruzzatina di AOR che era un po' come una spezia obbligatoria in ogni produzione degli anni '80. C'è la già nota The power of love ma anche un'altra famosa hit come I want a new drug oppure l'opener The heart of rock n'roll.  Il piedino segue il ritmo volentieri e non lo diresti mai a nessuno ma ti viene  la voglia improvvisa di alzare le corna al cielo neanche fossero gli AC/DC a suonare!

Quella di Huey è la versione da spiaggia del rock americano d'autore, quella in cui ai testi sociali ed impegnati vengono sostituiti dalle parole  "Heart", "Love" "Baby", ecc... Il tema portante di questa raccolta  è la frivolezza e lo svago, supportato da quel  sano e robusto rock n'roll che ha i suoi padri in Chuck Berry e Little Richard e, a dir del vero, anche da un ottima performance vocale di Huey, voce calda ed espressiva. Insomma, niente da tramandare ai posteri, it'only rock n'roll....

63 minuti di spensieratezza, ma ogni tanto ci vuole....

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