Il suono grezzo del sottosuolo, un flusso di beats e rime che colpisce i neuroni come spade affilate.

Questo è Force Fed, primo lavoro del giovane Ide che ci riporta indietro nel tempo, alle visioni malate e lisergiche di fine anni ’90, quando i Company Flow e l’underground la facevano da padroni. Force Fed è un viaggio nei meandri più oscuri di una mente deviata, un diamante grezzo da maneggiare con cura, come la dinamite per l’artificiere più esperto.

Il vortice macabro e futurista della copertina è indicativo: qui non troveremo nulla di rassicurante, ma un’atmosfera tetra e sinistra, fatta di liriche taglienti, batterie pesanti, melodie minimali e ossessive, il pasto perfetto per chi, in un panorama musicale asfittico come quello attuale, cerca ancora qualcosa di vero e genuino. E’ ora di scegliere la prelibata torta della nonna e dimenticare i McDonald’s di turno, di lasciarci coinvolgere (e sconvolgere) dalle sonorità futuristiche di “Coat Of Arms” e “Ravenous”, dagli inquietanti deliri di “Superior Knowledge”, dalla malinconia di “What Happenz”, entrando così, insieme al folle Ide, in una dimensione parallela, onirica, un deserto in cui suoni e sensazioni affiorano come miraggi all’orizzonte, pronti a stupire la nostra immaginazione.

I difetti si assottigliano, così come le distanze percorse da un genere che molti, troppi davano per spacciato. Force Fed è un disco che ha il sapore della resurrezione, ed è un segno tangibile che l’hip-hop, nel terzo millennio, ha ancora qualcosa da dire.

Diamogli una possibilità.

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