Forse l'ultima concessione possibile al me stesso di vent'anni fa è stata prendere dal rack l'ultimo cd di Iggy Pop portarlo alla cassa e pagarlo. poi - come corollario inevitabile - portarmelo a casa e ascoltarlo.
Comunque c'è niente da fare: devo accettare il fatto che divento vecchio.
I famosi vent'anni fa questo disco mi avrebbe procurato una qualche emozione solo per il nome in coperina ma oggi lo ascolto tagliandolo a fette come farebbe non un macellaio per ricavarne di che cibarsi, ma come un chirurgo per vedere se c'è qualcosa di infetto da tagliare via.
Iggy qui fa - di nuovo - quello che aveva già cercato di fare - x anni fa appunto - con il Bregovich di "In The Death Car" e con l'infame colonna sonora per l'amico (ma si parleranno ancora insieme da allora?) Johnny Depp di "The brave".
Cioè qualcos'altro. Qualcos'altro che non sia uno uan tu tri for cucinato in salsa più o meno sempre uguale, più o meno godibile, dipende forse più dall'umore che dalla qualità, tanto da tempo siamo settati verso il basso.
Abbandonati gli Stooges (ma prima o dopo aver saputo di aver perso per sempre Ron? Mah. Secondo me ben prima. Che sia stato un suicidio allora? Chiamate CSI Detroit per favore...) d'altronde a Iggy cosa restava?
Va detto che a fare "qualcos'altro" ci hanno provato in tanti. Sting ha persino cantato l'opera (vi ricordate?). Lu rìd ha fatto un musical (vi ricordate?). Devid Bòuie ne ha fatte di cotte e di crude (così tantissime che non riesco a ricordarvele). Iggy dopo Goran ha sempre fatto uan tu tri for .
Però aveva anche cantato "I'll Be Seeing You" con Francoise Hardy: si vede che il francese da allora gli è rimasto nel cuore.
Se è come sospetto, Iggy semplicemente si innamora delle cose: le adopera, le rimastica, le fa sue, alla fine le sputa. E poi ci fa un disco e le vende. E io gliele compro.
Va be'..
Sia come sia, le canzoni sono godibili però non le capisco. Nessun legame comune a tenerle insieme che non sia la sua voce. Non è un progetto ben metabolizzato. Intimismi (sappiamo che il Nostro scrive di sé) che non esplorano orizzonti nuovi. Forse dobbiamo aspettare che arrivi agli 80 (anni) per toccare qualche corda nuova. Lo iato pazzesco tra "Down On The Street" e "Little Electric Chair" mi aveva già fatto venire i capelli grigi ma quello tra "My Idea Of Fun" e "King Of The Dogs" me li farà probabilmente perdere tutti.
Vent'anni fa avrei avuto delle certezze. Mi trovo davanti ad un artista poliedrico e sfaccettato. Che figata.
Avrei scritto anch'io "Da tempo Iggy non è più l'Iguana,(...) non è schiavo della sua prevedibile parte nel circo rock e mostra di essere una mente libera. Qui (...) il libro di Houellebecq ha colpito nervi sensibili e ha prodotto un disco intenso, sorprendente...".
Oggi dico "Ma vacagare, va".
Oggi che le certezze le ho perse e c'è Berlusconi al governo non so più cosa pensare: secondo me il rasoio di Occam è l'unica soluzione per dirimere la questione. Iggy l'è un paraculo di proporzioni galattiche. Quindi sottoscriverei piuttosto che Iggy "si diverte a interpretare ruoli bizzarri (...) per un esibizionistico vezzo senile o per il bisogno di esorcizzare l’angoscia del tempo che passa rifugiandosi in sempre nuove idee di sé, come fanno i bambini quando mutano le trame e i personaggi dei loro giochi con studiata disinvoltura.".
E comunque Iggy probabilmente ha l'affitto da pagare anche lui.
Houellebecq a parte.
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