Un giorno i miei neurotrasmettitori decisero di comportarsi in modo molto buffo: il risultato fu un momento estatico (che il mio psichiatra preferì definire 'episodio maniacale') in cui cercai di delineare un intero sistema di estetica e morale fondato sul concetto di 'Sincretismo', nonché di proporre al mondo questo nuovo sistema, sproloqiando ad ogni ora e in ogni circostanza riguardo a tale astrazione.
E se il Sincretismo esiste in musica, è pur anche merito di quegli artisti che sanno appropriarsi dei linguaggi più diversi e diventarne parlanti fluenti; quei musicisti, insomma, che non si vergognano a rubare idee disparate da fonti diversissime, senza vergogna nel mostrare di essere dannatamente bravi a miscelare il tutto.
Igorrr è lo pseudonimo di Gautier Serre, un musicista francese che ammetto di avere scoperto da poco. Si qualifica tranquillamente come genio in quello che fa, e quello che fa è ficcare in un grande tritatutto generi musicali come metal estremo, idm, trip hop, musica barocca, musica tradizionale francese, gypsy, roba indiana col sitar, suoni fatti con le attrezzature elettrotecniche, etc, al punto da farmi venire in mente Feyerabend e il suo "tutto fa brodo"...
...tirandone fuori un prodotto peraltro ben efficace, anche se chiaramente "fuori di testa". Si vede un tratto molto riconoscibile, dotato (per motivi che non mi so spiegare, vista la natura assurdamente composita del processo creativo usato) di una coerenza stilisica notevole. Probabilmente monsieur Serre ha ben assimilato una varietà di linguaggi al punto da sentirsi a suo agio nel combinarne le forme e gli stilemi; mi dicono infatti che le sue influenze principali comprendono Bach, Domenico Scarlatti, Chopin, Taraf de Haidouks, Aphex Twin, Meshuggah, Cannibal Corpse... Sincretico!
Per rompere il ghiaccio da subito, il disco che qui presento comincia con un paio di urla inumane, a cui fa seguito un massiccio riff introduttivo, preludio a un momento di lirismo animale estremo, tra i più sconvolgenti (ed esilaranti) che mi sia mai capitato di ascoltare.
Il signor Serre sa circondarsi di musicisti molto capaci e di voci straordinarie, e ha una maestria nel fornire alle sue tracce una forma strutturale molto convincente, anche se nello stesso componimento spesso convivono brani di estrazione del tutto diversa.
Uno dovrebbe interrogarsi su quanto bene in effetti Igorrr sappia padroneggare una tanto grande varietà di stili, e io non ho certo la presunzione di conoscerli tutti in maniera appropriata; ma dagli ascolti che ho fatto, di musica rinascimentale e barocca, di heavy metal e di ogni tipo di elettronica sperimentale, e anche dalla mia esperienza da musicista amatoriale che ben si rende conto di quanto sia difficile far suonare bene la propria roba, posso esprimere un giudizio consapevole: questo signore è proprio bravo.
Dovendo scegliere un paio di brani che ben possano esemplificare lo stile di Igorrr, ne prenderei in considerazione un paio (sembra che siano proprio i brani che lo stesso Igorrr ha pensato di distribuire sui portali di videofruizione, affinchè i cani randagi come me e voi possano andare a sentire le cose che fa):
La seconda traccia 'ieuD' è un brano di squisito super-apocaliptic post-metal barocco. Comincia con un bel giro armonico di clavicembalo su cui una voce maschile geniale (Laurent Lunoir) si inerpica in un grammelot atavico, e poi un gran crescendo coi blastbeat che fanno "tupatupatupa!", fino alla seconda esposizione del tema tramite la squisita voce di Laure Le Prunenec, e poi altri inviluppi sonori in cui il tema portante viene sapientemente rievocato ad altri periodi interlacciato fino a un finale che non intendo, come si suol dire in questi strani tempi, spoilerare.
Citerei poi 'Cheval', un divertissement per rock band e accordion francese (magistralmente suonato da Pierre Mussi), forse la cosa che qui più si avvicina a una 'hit': il ritmo terzinato a valzeriggiare in allegria, il basso slappato, il growl/scream furioso, i riffacci malefici, il coro: il giocoso rincorrersi di tutte questi elementi rende i tre minuti scarsi di questo brano drammaticamente densi.
L'ascoltatore pessimista, esposto allo svilupparsi di un metodo creativo tanto estremo (e per l'ascoltatore tutto sommato prevedibile, una volta assimilato il nuovo pidgin metodologico e superato lo shock inziale), potrà volervi intravedere dei limiti, o intuirvi un destino destinato ad esaurirsi: cosa potrà ancora inventarsi Igorrr perché i suoi prossimi lavori gli permettano di continuare a ricoprire il ruolo, ossimorico e che ben gli calza, di icona iconoclasta?
(Queste belle domande sono ben poste, ma a sciogliere il quesito non può che essere qualcosa che risiede al di là dell'ambito nel quale siamo chiamati a raccoglierci nel compimento di quell'esercizio di meraviglia e dedizione che è la contemplazione dei misteri vibrazionali e il loro potere, vale a dire starsene allegri e ascoltare un po' di musica strana. Pertanto farò sì di non pormi codesti problemi, e via alé)
Se alcuni dei lavori precedenti potevano sorprendere maggiormente per via della novità del linguaggio usato, Savage Sinusoid è un lavoro che continua a convincere, per la qualità della produzione e per la chiarezza dello statement artistico, forse addirittura più 'dritto al punto' di quanto fatto finora.
Uscito per la Metal Blade nel 2017, Savage Sinusoid è acquistabile sul web!
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