Se mai vi trovaste a fare una capatina in Giappone e vorreste fare gli italiani brillanti con qualche autoctono, oltre a mostrar il vostro sex appeal di macho latino o consigliare dove mangiare una vera pizza napoletana o l'itinerario migliore per visitare Firenze, un'idea potrebbe essere quella di mettersi a fischiettare il giro di moog di "Impressioni di settembre" oppure l'assolo di Hammond di "Sospesi nell'incredibile" delle Orme. A quel punto vedreste i loro sorrisi allargarsi fino dietro al collo, le schiene comincerebbero ad inchinarsi in segno di devozione e se poi foste anche così fortunati ad avere la stazza ed il barbone di Francesco di Giacomo dei Banco, sono sicuro che vi riserverebbero qualche rito propizio con tanto di sacrificio di giovani vergini (in rigoroso completino con minigonna, of course).  

Tra le tante manie e passioni dei giapponesi ai primissimi posti vi è proprio quello per il rock progressivo nostrano che in terra di sol levante batte 10 ad 1 la nostra povera Italia a livello di interesse. Proprio questi Castello di Atlante, semisconosciuti in Italia, sono considerati delle divinità lì in Giappone ed in occasione del relativo tour furono celebrati neanche fossero arrivati i Mark II dei Deep Purple.

Una carriera trentennale alle spalle, successo pressoché vicino allo zero, il Castello di Atlante rappresenta il classico esempio di band che non inventa nulla ma interpreta bene. Legatissimi ai suoni vintage dei gloriosi '70, discepoli attenti degli insegnamenti della PFM, hanno sempre proposto un rock progressivo di matrice classica con forti influenze folk dettate dal violino di Massimo Di Lauro, insieme al pianista Roberto Giordano, membri storici del gruppo.

Ma è soprattutto nella interminabile attività live che si possono apprezzare le doti della band, come in questo show acustico registrato a Novara nel giugno 2006, dove spogliatisi della carica elettrica delle loro esibizioni, li si può ammirare nel loro aspetto più intimistico e naturale.

Da non "Non puoi fingere" fino a "Ilmarinen forgia il sampo" si balza indietro di oltre trent'anni, tra divagazioni folk, controtempi jazz ed impennate rock rese ancora più vive dalla mancanza di distorsioni ed amplificazioni, il tutto interpretato in modo perfetto da chi fa della propria musica una passione e non il suo mestiere. Ed una menzione particolare proprio ai due "vecchi" del gruppo, Di Lauro e Giordano, ancora più protagonisti adesso che i loro strumenti non sono sovrastati dagli altri, nell'alternarsi violino/piano, ora virtuosisti ad accompagnare folli danze ora tranquilli ad intrecciare melodie sognanti.

Elenco e tracce

01   Non Puoi Fingere (10:27)

02   Il Saggio (06:56)

03   Cavalcando Tra Le Nuvole (06:47)

04   Volta La Pagina (08:34)

05   Omer (04:40)

06   Semplice ... Ma Non Troppo (06:01)

07   Il Pozzo (07:18)

08   Questo Destino (11:44)

09   Ilmarinen Forgia Il Sampo (Presentazione) (02:30)

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