Un ritorno importante. Una sorta di nuovo debutto quello del TdO in una piazza che lo ha sempre amato molto: quella del Magnolia dove anche una serata di pioggia intensa non ha fermato un pubblico attento e fedelissimo. Si incontrano facce famigliari.

Youtube ci aveva anticipato tutto l'album facendoci pregustare quello che ascolto dopo ascolto si sarebbe manifestato come un vero capolavoro.

Il Teatro ci vomita addosso le nostre contraddizioni, l'edonismo di una generazione di 40enni falliti all'ombra delle falsi certezze. Capovilla e' il Baudelaire maledetto dei nostri tempi a partire da "E lei venne". La sua teatralita' non e' solo darsi al pubblico, c'e' la mimica facciale, la capacita' di declamare alla Carmelo Bene, la cattiveria sporca di David Yown dei Jesus Lizard a cui Pierpaolo e' certamente legato anche per il surfing sulle teste del pubblico, c'e' quasi lo spoken song della "Mela di Odessa" di Demetrio Stratos, il "Majakowsky" il cui testo non puo' che invitarci a pensare, cantato vagamente alla Io se fossi dio di Gaber.

E' una sorta di concept, il live. Ricorre il tema della responsabilità, che all'azione viene riportato un effetto, di incapacità di generare un futuro su cui credere. Dal Teatro non hai messaggio di speranza, ci mette di fronte alle nostre responsabilità e colpe. Di chi sara' la colpa quindi?

Di tutto cio' che abbiamo attorno, del nostro quotidiano che costruiamo senza alcun principio etico di chiederci a chi lasceremo questo mondo. Il Teatro ci dice "tutto questo sara' tuo" e semplicemente si assume la responsabilita' in "E' colpa mia". La colpa delle nostre disattenzioni, dei nostri peccati veniali e non ("Il turbamento della gelosia"). E non ci rimane che pregare per non essere indotti nella tentazione e recitare un "Padre Nostro" che più' che una preghiera consolatrice e' una richiesta di liberazione dal male, dai malefici, una sorta di rito esorcista

"A sangue freddo" precede una versione micidiale di "Due" per lasciare la staffetta alla perfezione di "Compagna Teresa" il punto più' alto di tutta la performance.

Chiusura con la "Canzone di Tom" e poi ancora "La Vita e' breve "

Talento. Poesia. Maledizione. Tutto questo e' il Teatro degli Orrori. Un progetto cosi grande che esce dai confini della musica per diventare qualcosa di molto più' alto raggiungendo una ben più' alta forma espressiva che fonda l'arte con l'etica della missione del proprio lavoro, ovvero quella di far pensare e infondere il dubbio.

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