"La Mano di Fatima" è ambientato a cavallo tra il 1500 ed il 1600 nella regione meridionale della Spagna, l'Andalusia.

Racconta la lunga e sofferta battaglia di Hernando, un uomo intrappolato tra Cristianesimo ed Islamismo, rifiutato, da una parte, dai mussulmani perché frutto di una violenza subita da sua madre (morisca) ad opera di un parroco dal quale erediterà gli occhi azzurri e quindi contaminato da una coltura che in tutti i modi possibili cerca di annientare l'Islam in terra spagnola, e dall'altra dai cristiani perché moro e quindi eretico.

Nelle 900 pagine del romanzo Hernando si barcamena nell'impresa di rispettare i dogmi del cristianesimo imposto a lui ed alla sua gente dai Re Cattolici susseguitisi nel trono di Spagna, pur rimanendo fedele, in segreto, al suo unico Dio, tra i soprusi da parte del patrigno, l'amore tumultuoso per Fatima, sanguinose rivolte, incomprensioni con la sua gente, purtroppo pochi momenti di felicità e tragedie a non finire.

In sintesi, questo romanzo parla dei compromessi che nella vita servono per tirare avanti, di sacrifici e speranza e di come sia giusto lottare per quello in cui si  crede anche se si ha il mondo contro.

Leggendo "La Mano di Fatima" si viene catturati dalla magia e dal fascino dell'Andalusia, terra calda e dalla molte sfaccettature, in cui l'intreccio tra la cultura cristiana e  mussulmana, ai nostri giorni, fortunatamente si fonde, svelando come sia possibile convivere avendo convinzioni diverse, concetto espresso nel romanzo nella figura della Cattedrale di Cordova, l'antica Moschea dei Califfi, spettacolare unione tra due culture diverse ma al contempo simili, nella quale il protagonista Hernado trova una pace che si respira ancora adesso.

Carico i commenti... con calma