C'è una differenza sostanziale tra un evento live e l'ascolto di album seduti sul proprio divano. L'emotività che un concerto è in grado di scatenare è nettamente superiore a quella che si ottiene premendo il taso play in un lettore cd. Tutti i sensi sono eccitati in egual misura, udito, vista, olfatto, tatto, e viene lasciato all'udito, che ha il ruolo preponderante nell'ascolto di un album a casa propria, il ruolo di comprimario. E' lecito attendersi quindi da un concerto una reazione ben più adrenalinica dovuta alla mescolanza di sensazioni che piovono a dirotto sul nostro cervello. Una piccola imperfezione musicale che, se presente in un album, farebbe arricciare il naso, in un concerto può essere fonte di inusiate emozioni. Gli "I'm from Barcelona" sono così: perfettamente imperfetti, sgangheratamente live, sbilenchi come un quadro appeso male ma?

Ore 23: Si aprono le porte e, durante la fila al guardaroba approfitto dell'attesa per comprare un kazoo e (che non so suonare) e scambiare due chiacchere con gli amici. Il pavimento è intriso di birra (come in ogni buon locale norvegese che si rispetti) e puzza da far schifo. La gente non è tanta e, nonstante la sala sia abbastanza piccola, non c'è il pienone. Non si sente il pathos da "grande concerto" e dè una sensazione che mi fa sentire a mio agio. Non ho aspettative, non ho obbiettivi. Vivo al secondo.

Ore 23:15: Nella confusione generale dovuta al fatto che ormai siamo impacchettati come sardine il concerto inizia. Un campionamento di "Barcelona" cantata da Freddie Mercury fa capire che le danze stanno per iniziare. Iniziano le spinte, i movimenti, si inizia a stare strettini e l'odore di birra è stato sostituito da una mescolanza di profumi-odori-puzze varie che solo ai concerti si sentono. Entrano finalmente nella sala dalla porta sul retro, passando tra il pubblico e reggendo ognuno una decina di palloncini giganti. Salgono sul palco uno per uno: 1, 2, 3...5...10...15...23...28! Il palco è stracolmo, forse loro sono più di noi.

Ore 23:30: Si parte. I palloncini vengono lanciati sulla pubblico e i 28 squinternati iniziano il loro show. Sul palco si vede di tutto, cantano, si fanno gli scherzi ma soprattutto ridono. Sempre. Sono felici! E' come una di quelle favole in cui i bambini realizzano i propri sogni e rimangono col sorriso inebetito per ore. Loro sono così: talmente felici (dall'inaspettato successo o forse dal solo fatto di "avercela fatta") che vivono il concerto in una sorta di trance musicale, estasiati dal pubblico. Si parte con le loro canzoni più conosciute, "Collection of Stamps", "Treehouse", "Chickenpox" e l'allegria contagia tutti. Tutti canticchiano le semplici e divertenti melodie, dal ciccione vichingo alla biondina con le lentiggini. Vengo addirittura invitato a salire sul palco a suonare il kazoo. Mi chiedono come mi chiami in svedese per ben 4 volte e io non capendo assolutamente cosa cacchio vogliano da me, faccio finta di non sentire e proseguo nella mia performance scandalosa al kazoo tra l'ironia generale. I palloncini volano dappertutto e un'ora e mezzo di musica scivola via con l'impressione di assistere a qualcosa che non sia prorpiamente un concerto ma una sorta di riunione di vecchi amici. Un pugno di coriandoli viene consegnato ad ognuno dei presenti e, dopo un countdown, tutti li lanciano per aria. Loro attaccano con "We're from Barcelona" e, tra bicchieri rotti e bottiglie frantumate si balla per 5 minuti cantando a squarciagola i vari "la la la" e "pa pa pa"!

Ore 1:00: Si finisce, scendono dal palco e invitano tutto il pubblico a salirci. I ruoli sono invertiti. 200 persone su un piccolo palchetto e i 28 svedesi che ci guardano applaudendo e fingendo scene di "isterismo groupiesco".

Vado a casa con un sorriso enorme stampato sulle labbra, contento di essere contento. E' bello lasciarsi andare e liberare quella parte fanciullesca che c'è in ognuno di noi. E' bello cercare un sorriso solo per poter ricambiarlo.

Se passano dale vostre parti andateli a vedere, godeteveli e sperate che non cambino. Il successo e il business divorano tutto. Prima di tutto i sentimenti.

 

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