Puzza di vecchio questi disco dei texani Imprecation (attivi dal 1991 e ancora in salute). Naturalmente per gli amanti del genere questo è un grande pregio. La produzione è sporca, amatoriale, ma trasuda feeling demoniaco da tutti i pori (quello che a mio avviso è mancato nell'ultimo Behemoth, "Evangelion"), la chitarra è catarrosa portatrice infetta di velenosi riffs, così come la voce del cantante/bassista che sputa sangue dietro al microfono: semplicemente morbosa.

Questa compilation composta dai primi demo del gruppo e pezzi nuovi scritti per l'occasione (si parla del 1995) si piazza tra le tantissime uscite underground che fanno ancora oggi onore al death metal rendendolo un fenomeno fatto essenzialmente di estrema passione per la musica, le tematiche satanofile da film horror di infima qualità sono solo contorno. Basta guardare la copertina, tanto semplice quanto esplicativa, oppure il logo, in cui troviamo in un solo colpo pentacolo e croce rovesciata... di certo non suoneranno emo o pop punk! Cadenze e variazioni ritmiche rendono abbastanza vario il cd, ogni tanto fanno capolino graditissime e sinistre tastiere che condiscono i frequenti rallentamenti, gli Imprecation fanno sul serio e cercano di annichilirci con tutte le armi a loro disposizione. E tra queste non si può certo includere la tecnica strumentale: i passaggi migliori da questo punto di vista sono soffocati dal suono impastato.

Ma chi l'ha detto che per suonare della ottima musica violenta bisogna suonare alla velocità della luce? Se pecca può essere rinvenuta, quella è l'eccessiva omogeneità delle tracce, ma il mio consiglio è di prendere il genuino insieme di "Theurgia Goetia Summa" e tornanre indietro nel tempo, quando gli assoli erano al servizio della canzone e non viceversa, quando era la semplicità la via da seguire...

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