Il primo disco con Anders Fridèn per gli svedesi In Flames, padri - assieme ai Dark Tranquillity - del death metal svedese.
Se i Dark Tranquillity sono molto influenzati da sonorità tipicamente classiche e "progressive", gli In Flames fanno un po' il ruolo del fratello scemo.
Poche raffinatezze e riff semplici e lineari di chiara ispirazione (iron)maideniana sono i punti di forza dei cinque svedesi, che attraverso gli anni sono riusciti ad affermarsi come uno dei migliori gruppi sulla scena estrema.
Finalmente possiamo ascoltare le reali capacità vocali di Fridèn, letteralmente sbocciato come un fiorellino di campagna dopo la discutibile prova su Skydancer dei Dark Tranquillity.
Un disco e un gruppo che fa della melodia di facile assimilazione la sua arma migliore, non esagerando nelle dosi ma bilanciandola sapientemente in modo da dare al tutto una longevità che allontana da ogni cd degli In Flames l'effimero, che, si sa, relega il cd nello scaffale dopo appena due settimane; bello sí, ma dura poco.
Dopo la canzone piú pesante di tutto questo Jester Race, ovvero Graveland, e la classica Lord Hypnos, l'inizio di Dead Eternity ci propone un riff che, seppure datato 1996, negli anni a venire sentiremo davvero molte (troppe) volte in molti (troppi) cd.
Si continua piú o meno sulle stesse coordinate per tutta la durata del platter (gli In Flames non ci hanno certo abituato a grandi cambi di stile a parte l'ultima release), senza mai risultarne annoiati ma con una sensazione di piacevole soddisfazione, ciò che pregusteremo su piú larga scala nel successivo Whoracle.
Un discreto antipasto... burp!
Carico i commenti... con calma