Settimo incontro de "Alla scoperta del Death Metal dimenticato", protagonisti gli Incubus. "Incubus? Quelli di "I Wish You Were Here?". No, proprio per niente; dovete sapere che di gruppi con questo nome ne esistono un po' e in particolare io, (neanche tanto) agli inizi della mia carriera di fan di Death Metal, cercavo gli Incubus statunitensi (autori di un'unica demo del 1987, "God Died On His Knees"). Invece mi ritrovai in mano questo album dei brasiliani Incubus che, ironia della sorte, sono un'altra primordiale band di Death Metal.

Il disco è pubblicato nel lontanissimo 1988 e, possiamo dirlo, di Death ha giusto due elementi: il Growl e il Blast Beat. Tolti questi due elementi si potrebbe classificare come Thrash Metal, di buona qualità, ma sempre Thrash Metal; insomma "Serpent Temptation" è a metà, un ibrido senza tanta arte ma con un po' di parte. Non fosse che tre ani prima i Possessed avevano fatto altrettanto con il loro "Seven Churches" questo Lp potrebbe benissimo competere con il suddetto per il titolo di "Anello di congiunzione tra Thrash e Death".

Ovviamente, data l'epoca remota e l'isolamento musicale del Brasile, i connazionali e più o meno coevi Sepultura sono i maggiori ispiratori di questi (è proprio il caso di usare il determinativo) Incubus. A dire la verità anche il Thrash americano gioca un ruolo chiave al fine del parto di questo disco, ma è ovvio che il primo nome che viene in mente data la loro terra di provenienza è quello del gruppo di Cavaliera; secondo me comunque, sono evidentissime tracce del primo (da alcuni consideratol'unico) album dei Metallica, "Kill'Em All".

In verità l'unica cosa che mi spinge a recensire un disco del genere è la data perché per il resto non ha proprio niente di speciale: o meglio, ha qualcosa di speciale per i Thrasher incalliti, non di certo per un Death metaller che vede in esso una specie di nonno rimbambito e brontolone.

Il riffing è, come al solito, aggressivo e tagliente ma privo di quelle bordate letali che caratterizzano i lavori del Metallo della morte. Nonostante ciò bisogna ammettere che non è suonato male, per quanto rapportato a cd più propriamente Death possa sembrare elementare; la velocità di esecuzione è sempre alta, mai un calo di tensione. Ripeto che personalmente non è proprio il mio genere ma ad essere obiettivi gli si può trovare dei buoni spunti o, se non altro, gli si può riconoscere di colpire duro. Il drumming, raffrontato alle chitarre, risulta essere più tecnico anche se ben lontano dalla definizione di "virtuoso": qualche blast beat ogni tanto lo rende un po' più vario e soprattutto (dato il periodo di pubblicazione) più "nuovo". Il growl, se così lo vogliamo chiamare, ancora una volta è a dire poco pessimo; credo che un bassotto preso a calci da Chuck Billy (cantante dei Testament di stazza mooolto robusta) non produrrebbe versi molto diversi. Un vero schifo.

Pe concludere c'è quella sega del bassista, uno che fino a due giorni prima avrà fatto il cuoco e poi ha deciso che aveva la musica nel sangue; capiamoci, se presi singolarmente questi tizi andrebbero bene per vendere i pistacchi al circo ma insieme riescono anche a combinare qualcosa di decente. Le canzoni riescono a non essere fastidiose e anche se non sono bellissime, qualche traccia nella storia del Death meritano di lasciarla: e poi scusatemi tanto, ma finchè avrà un posto, anzi, sarà venerato letteralmente come capolavoro un disco come "Death Metal" dei Dismember, io mi sentirò in diritto, anzi, in dovere, di fare conoscere al mondo gli Incubus brasiliani. Questi poveracci, in mezzo al Mato Grosso, riuscivano a sfornare un lavoretto non bello ma dignitoso come "Serpent Temptation" e quando hanno ricevuto qualcosa per questo disco saranno stati calci nel culo, mentre gli altri (li odio nda) in uno dei centri più fertili del Metal ricevevano fiumi di dollari per quel succitato peto. Quel che più infastidisce è che dei Dismember si parla ancora ad ogni piè sospinto mentre di questi, a parte qualche disgraziato che li ringrazia in un angolo dei booklet, nessuno si ricorda più: e quei pochi che li ringraziano dimostrano invece che qualcosa hanno fatto anche loro nel loro piccolo con  questo "Serpent Temptation" e con il successivo "Beyond The Unknow" del 1990 (già più sul Death e finalmente prodotto in maniera decente). Senza bisogno di incensarli, val pure la pena di dare un ascolto a questo disco, specialmente se siete amanti del metal vecchio stile.

Carico i commenti... con calma