Zio bastone che cazzo di bomba non è questo disco...

Se finora il 2019 sembra essere un'annata memorabile per Black e (oso scriverlo?) Power Metal, altrettanto non si può dire per il Thrash. Tuttavia, il secondo album degli Incul-ter è una ventata d'aria fresca e profumata (di merda) in mezzo a un campo di granturco d'agosto. Niente originalità, niente fronzoli, niente cazzate: solo mezz'ora di METAL, puro Metal ficcato su per il vostro naso (che pensavate?)!

Un chitarrista in più e l'arroulamento alle pelli di Daniel Tveit (Reptilian, Sepulcher) al posto del vecchio drummer Even Bakke: queste promettenti giovani leve norvegesi sembrano aver trovato la quadra per sfornare un Thrash compatto e assassino che non fa sconti di alcun tipo. Voce laida e sozza quasi in semigrowl; batteria più soda, di maggior personalità; occasionali sprazzi Black (l'inizio di "Endtime Winds", "Through Relic Gates") in un assalto sonoro che mi ha ricordato Kreator, i primi Sepultura e talvolta anche i primi Death. Ciliegina sulla torta la produzione di Herbrand Larsen, leggendario ex-tastierista dei giganti Enslaved. Cosa si può chiedere di più?

Se non siete in vena le ultime tracce possono stancare e risultare pesanti, ma se tutto ciò che volete è ascoltare un po'di Metal onesto e sincero dopo tanto tempo "Fatal Visions" è il porto sicuro dove andare a parare.

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