La potente mitologia aliena dei Miti di Cthulhu continua ad ispirare numerosi gruppi musicali appartenenti a diversi generi. Ora è il caso dei romani Ingranaggi della Valle, giunti al loro secondo album – pubblicato dalla Black Widow – intitolato Warm Spaced Blue. Nel precedente In Hoc Signo, gli Ingranaggi della Valle avevano voluto tributare la gloriosa tradizione del prog italico dimostrando una genuina attitudine orientata verso il jazz-rock. Ora il gruppo, con Warm Spaced Blue, accentua di piu’ la componente rock mentre le atmosfere tendono ad essere piu’ oscure e tenebrose anche in virtu’ delle tematiche affrontate: non è un caso così che sia stato chiamato come collaboratore nella traccia iniziale “Call For Cthulhu: Orison” il grande Fabio Pignatelli dei Goblin al basso: le ambientazioni sono frammentate e tendono ad essere oscure – con momenti pacati ed altri piu’ concitati – e ben descrivono l’evocazione del grande Cthulhu da parte di una setta di devoti che cerca di risvegliare la divinità. Dopo “Inntal”, un brano che rilegge una leggenda dela valle austriaca dell’Inn e che musicalmente dimostra la grande coesione formale raggiunta dal gruppo, è il momento di “Call For Cthulhu: Through The Stars”, una breve traccia elettronica che costuisce il momento piu’ dark e onirico dell’album in cui viene descritta la città di R’lyeh dove il morto Cthulhu attende sognando. Con “Lada Niva” si ritorna ad un approccio piu’ rock mentre la successiva “Ajuda Wedo” è interamente strumentale e si muove in territori coraggiosi che lambiscono il jazz-rock. La chiusura è affidata a “Call For Cthulhu: Promise”, ultima parte dedicata ai Miti di Cthulhu. Anche in questo caso il tono generale vira verso il cupo e l’orrorifico con un bel flauto in evidenza. Nel complesso Warm Spaced Blue è un ottimo lavoro che conferma come gli Ingranaggi della Vale siano un’ottima realtà del panorama attuale del prog italiano.
Elenco e tracce
Carico i commenti... con calma
