Terre di confine.

Dai padiglioni dello Zen di Palermo al San Paolo di Bari, da Quartoggiaro a Scampia passando per le Borgate della capitale. Le periferie come fardello della comunità, come capro espiatorio di colpe diverse.

''Istinto e Rabbia'', debut-album dei bresciani In.Si.Dia (gruppo di culto della scena estrema italiana anni '90) riesce a dipingere sotto forma di musica (e soprattutto di parole) tutta la consapevolezza malcelata di quei ragazzi nati e cresciuti nella desolazione e nella miseria delle periferie, da sempre discriminati solo perchè non rientravano nei parametri che la collettività imponeva. La testimonianza di questo status viene espressa sotto forma di Thrash metal diretto ed efficace, che non si smarrisce in perfezionismie divagazioni varie, restando ancorato a binari essenziali ed uniformi; un genere saldamente radicato e condizionato dalla realtà urbana, portando migliaia di adolescenti ad identificarsi e a sprigionare il proprio sdegno sorretti da furiosi headbanging.

Il fragore di una generazione che manifesta il proprio malessere e il proprio ribrezzo nei confronti della società che la soffoca. Un manipolo di giovani che si ribella e che non è più disposto a scendere a compromessi. Questo è ''Istinto e Rabbia''. Un disco autentico, spontaneo, coinvolgente. Sono sufficienti le frasi dell'opener ''Fuggire'' per afferrare appieno il messaggio che gli In.Si.Dia (aronimo di Inviolacy Sinful Dialog) vogliono scagliare: ''Voglia di fuggire-Da questa fottuta società-Fuggire lontano-Lontano da qua-Cavalca le ali-Della Libertà''. Parole semplici, essenziali, che esprimo perfettamente l'impressione d'inadeguatezza che il gruppo prova nel contesto urbano in cui è rinchiuso. I testi, lo avrete capito, sono interamente in italiano. Una scelta questa che permette di cogliere con maggiore facilità il messaggio musicale di Riccardo Panni e soci, eludendo l'ostacolo di una lingua straniera come l'inglese, ma condannando fin da subito il disco a rimanere nei profani confini italici. Tuttavia senza di essi ''Istinto e Rabbia'' avrebbe rappresentato qualcosa di intimamente differente: ciò che lo rende caratteristico è proprio il suo provenire ''dalla strada''; non ci sono barriere tra chi suona e chi ascolta; si tratta di ragazzi che hanno in comune le stesse inquietudini, le stesse umiliazioni, la stessa rabbia.

Il sound, pur nell'attingere quasi inevitabilmente alla scuola della Bay Area ottantiana, si muove verso sentieri piuttosto personali, non disdegnando piacevoli digressioni Hardcore/Punk (non solo per la presenza della cover dei Negazione ''Tutti pazzi'') e donando una giusta eterogeneità all'album. Assolutamente pregevoli le varie ''Grido'' (col suo incedere maligno), la Pantera-iana strumentale ''Satanka'', oppure le più melodiche ''Tunnel Grigio'' e ''Solo Solutudine'', che prendono spunto del sapore adrenalinico di un ''Ride The Lightning'', o ancora ''Sulla Mia Strada'', migliore canzone del lotto nonchè ottimo esempio dello spirito incompromissorio che permea il disco. A suggellare il tutto, come accennavo in precedenza, c'è la cover ''Tutti Pazzi'' dei Negazione, altra band che si è fatta portavoce delle insoddisfazioni di molti giovani italiani, dimostrando come, al tempo, entrambi i generi fossero vittime degli stessi pregiudizi e delle stesse operazioni censoree da parte dei moralisti.

''Istinto e Rabbia'' è il manifesto di un'epoca storica italiana e, cosa molto più significativa, album ''Made in Italy'' in tutto e per tutto. Declama fiero la propria componente socio-culturale, vomita furioso la sua accanita frustrazione, mentre sfoggia, orgoglioso, la propria provenienza territoriale.

Uno dei dischi fondamentali della scena Metal nostrana

Carico i commenti... con calma