Tutti sappiamo cosa purtroppo è successo all'Heineken Jammin Festival 2007, scherzi della natura che stavolta se l'è presa con il popolo del rock, in conseguenza al disastro non si effettueranno le altre giornate che avevano in programma grossi calibri come Aerosmith, Vasco Rossi, Smashing Pumpkins ecc... (per non parlare poi dello stesso 15 quando erano headliner gli americani Pearl Jam preceduti dai famosi Linkin Park, The Killers e My Chemical Romance). Io sono stato fortunato, sono andato alla giornata del 14 e devo dire che mi sono divertito come non mai, un bill eccezionale fatto di grandi e ottimi nomi della scena metal tra cui ovviamente il mio gruppo preferito, quella macchina da guerra live che porta il nome di Iron Maiden, ma andiamo con ordine.

Ad aprire la manifestazione ci pensano i vincitori dell'Heineken Jammin Festival 2007 Contest, gli Idols Are Dead (Voto: 6,5), gruppo caruccio, abbastanza piacevole da ascoltare, che esaurito il tempo a sua disposizione lascia spazio alla più raccomandata delle rockers di tutto il mondo, Lauren Harris (Voto: 5) figlia di papà Steve Harris,basso e leader dei Maiden, e fautrice di un hard/pop/rock talmente scialbo e insensato che viene davvero da farsi la domanda "ma questa mini-Avril Lavigne qui è davvero la figlia del grande Steve?", la risposta è si, ciononostante la presenza scenica della cantante è ottima dal punto di vista fisico(insomma è proprio una bella ragazza), però dal punto di vista musicale lascia alquanto a desiderare (e mi toccherà sorbirmela anche il 20 Giugno a Roma....aihmè).
Dopo l'esibizione della Harris cominciano a calcare il palco i primi "veri" gruppi metal, molto bravi infatti sono stati i Mastodon (Voto: 7,5) senza dubbio tra le migliori rivelazioni dell'heavy degli ultimi anni, riescono a coinvolgere loro stessi e il loro sound potente e "pregiato", attaccano con "Iron Tusk" per finire con "Blood N' Thunder" passando per le varie "March", "The Wolf Is Loose", "Crystal Skull" o "Megaloon" senz'altro le più riuscite della performance davvero entusiasmante e ricca di passione, molto bravi, tanto di cappello! Stesso discorso va fatto per i Domine (Voto: 7,5), formazione italiana di heavy/epic metal classico con spruzzate di prog, il loro cantante ha creato del feeling con il pubblico ed è con loro che ho incominciato a scendere nella rissa, grandi pezzi come l'opener (preceduto da una specie di intro) "Thunderstrom" oppure "The Aquilonia Suite" o la conclusiva "Defenders" sono stati davvero apprezzati, sia da me che dai miei amici lì presenti.
Ma ci si incomincia a scaldare davvero, come si usa ad un concerto heavy metal, solo all'arrivo degli Stone Sour (Voto: 8+) di cui vi parlerò più approfonditamente. Iil grande della formazione rimane Corey Taylor un vero e proprio animale da palcoscenico, si agita e urla e aizza il pubblico, lo stesso si può dire del recente acquisto Roy Mayorga dietro le pelli già con i Soulfly e i Sepultura, che ha dato alle song quel tocco di pesantezza e in più che live poi rende molto bene, nonostante in generale l'acustica di questo 14 Giugno 2007 non è stata proprio il massimo. Aprono con la tellurica "30-30/150" e già si poga da pazzi, si prosegue con una scaletta abbastanza classica con la title-track dell'ultimo splendido disco "Come What(ever) May", sempre da quest'ultimo è estratta "Made of Scars", anche questa ottima ovviamente. La slipknotiana "Reborn" poi aumenta i livelli di adrenalina a 1000 per poi calmarsi con la più posata e grungesca "Inhale", primo estratto dell'esordio del 2001. C'e da dire però che Corey con i capelli corti ha un po' perso quel tocco scenico che lo caratterizzava sia con gli Slipknot che nelle precedenti date con gli Stone Sour, meglio se se li fa ricrescere sicuramente. Dopo "Your God" e "Monolith", Corey imbraccia la sua chitarra e suona la ballad "Through Glass" singolone dell'ultimo release, abbastanza convincente dal vivo per poi tornare a picchiare giù duro con le ultime song ovvero "Blotter", "Hell & Consequences" e la conclusiva "Get Inside", grande pezzo alla Slipknot del primo disco. Che dire ancora? Gli Stone Sour si sono comportati egregiamente nonostante, come già accennato l'acustica e i suoni non erano dei migliori.
Sugli Slayer (Voto: 9) invece c'è poco da dire, praticamente non hanno avuto sbavature di sorta per una performance che è stata infernale e distruttiva, la band americana nella sua line-up originale ha sciorinato un concerto da brivido e da livido poiché se non eri robusto nel pogo "slayerano" uscivi sicuramente con lividi e segni, grandi sempre e comunque, una band da amare incondizionatamente e che continua da anni a suonare grandi classici come "South of Heaven", "Raining Blood", "War Ensamble" o "Dead Skin Mask". Un'occhio di riguardo anche all'ultimo "Christ Illusion" con l'esecuzione di "Cult" e "Jihad", stupenda anche la grandissima "Bloodline". Insomma Tom Araya, Kerry King, Jeff Hanneman e Dave Lombardo(stupratore del suo drumkit) hanno spaccato e sarebbe da sciocchi ammettere il contrario.
E poi finalmente sale sul palco la band per il quale il 99,99 per cento dei presenti era lì, gli Iron Maiden (Voto: 10, mi pare ovvio). Partono alla grande con "Different World", un'opener che è una garanzia e che si trova a metà tra il classico stile-Maiden e i primi Thin Lizzy,insomma una song che dal vivo spacca, si prosegue serrati con altri estratti di "A Matter of Life And Death" con le eccellenti "These Colours Don't Run" e "Brighter Than A Thousand Suns", quest'ultima grandissima. Ma non vi preoccupate non eseguiranno tutto "A Matter..." come durante la calata dicembrina che riscossa parecchie critiche ed infatti viene suonata la grandissima "Wratchild", seguita dall'immancabile e anthemica "The Trooper", a seguire un primo ripescaggio con la mistica e bellissima "Children Of The Damned" inserita nella scaletta di questo "A Matter Of The Beast Tour" per celebrare i 25 anni di età di quel capolavoro che è "The Number Of The Beast". Si ritorna nel passato recente con altri estratti di "AMOLAD" con la rokkeggiante "The Reincarnation Of Benjamin Breeg" e la lunghissima e epicissima "For The Greater Good Of God", con questa si chiude il capitolo "A Matter" e da lì poi sarà un tripudio di classici con "The Number Of The Beast", la cantatissima "Fear of The Dark", la famosissima "Run To The Hills" (come poteva mancare?) e l'antica "Iron Maiden" (unico estratto dell'album d'esordio) durante la quale c'è Eddie carrarmato, infatti il concerto dei Maiden non è solo musica ma anche sceneggiatura e tutto quello che fa da contorno alla grande musica. I bis proposti sono l'acclamata "2 Minutes To Midnight", la sempre ben accetta "The Evil That Men Do" (il solito Eddie soldato coi trampoli esce durante questa song) e la conclusiva ed elettrizzante "Hallowed Be Thy Name", insuperabili! Sempre e per sempre UP THE IRONS!

In conclusione vorrei augurare una rapida guarigione ai feriti del 15 e per i delusi delle altre giornate spero che vengano rimoborsati i biglietti, io personalmente sono stato fortunato lo ripeto e molto soddisfatto per questo Heineken Jammin' Festival partito così bene, ma poi finito in maniera brusca e decisamente sgradevole!

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