Gli Iron Maiden sono una macchina da dischi. Basti pensare che il video del pezzo in questione ha già accumulato oltre tremilioni di visualizzazioni, a soli tre giorni dalla pubblicazione. Esiste, secondo voi, un dato migliore per palesare il mutamento ideologico che la massa nutre per le band heavy metal? Avete notato come esse non siano più soggiogate dallo scetticismo del popolo, che un tempo percepiva il radicalismo metallico come un’estremizzazione musicale da assumere con garbo e coi dovuti piedi di piombo? I tempi sono cambiati, in effetti, soprattutto in Italia, dove da oltre un decennio, i Maiden raggiungono comodamente la vetta della superclassifica nazionale, quella che per intenderci “premia” il prodotto più venduto del mercato italiano. Un esito che comunque appaga, nonostante le polemiche sbraitate da certi ascoltatori riguardo alla scelta stilistica intrapresa nell’ultima fase della carriera Maideniana, ossia quell’ossessiva ricerca alle suite complesse e orecchiabili, che però restano, almeno strutturalmente parlando, distanti oltremisura dal manierismo diretto e sempliciotto spesso adottato nei singoli che dovrebbero lanciare l’album di turno. Wildest Dreams, Different World, e in parte anche El Dorado erano perciò canzonette che non rappresentavano minimamente l’album d’imminente pubblicazione; erano anzi evitabili preludi che mantenevano poco o nulla di quello che sarebbe stato il prodotto finito. Speed of Light potrebbe essere dunque l’acerba prosecuzione di questa strampalata saga.

Il pezzo è sospeso tra durezza metallica e briosa vena hard rockettara, snodato in un clima che richiama, anche liricamente parlando, le visioni spaziali di The Final Frontier, soprattutto grazie all’avvicendata esecuzione delle tre chitarre che s’intersecano in un mood dal retrogusto cosmico e futurista. Dietro di esse, una parte ritmica scontata quanto il finale di una puntata di Walker Texas Ranger ed una voce non esaltante, ma che almeno si limita a svolgere degnamente il suo compito. Il refrain è accattivante ma non emoziona, i suoni sono garbatamente equilibrati e sufficientemente nitidi, tuttavia un filo più “grezzi” rispetto a quanto sentito nelle precedenti produzioni.

Per farla breve, Speed of Light è un pezzo d’irrilevante qualità, un prodotto certamente trascurabile, anche se non orribile, un brano ai limiti della hit parade che non riuscirà ad emozionare i fan di vecchia data (o almeno una buona parte di essi), ma che forse otterrà qualche consenso da parte del pubblico più giovane, grazie anche ad un video promozionale, completamente realizzato al computer, che ci mostra un Eddie intento a viaggiare nel tempo, per recuperare quattro reliquie che poi riunirà su di un altare pagano. La scena si svolge dentro un’ambientazione tridimensionale che sembra una versione primigenia di uno sparatutto stile Call of Duty o Medal of Honor. Una palese citazione ai videogiochi che però inizia col periodo ottanta/novanta ossia l’era dei 2D più famosi come Donkey Kong o Mortal Kombat. Basta questo a palesare come la band voglia accumulare in un unico consenso le varie generazioni dei fan Maideniani, e al contempo brami d’attirare l’attenzione di quei pochi giovanissimi che non hanno ancora avuto alcun tipo d’approccio con la loro musica. Il video è divertente, soprattutto grazie alla macabra simpatia del protagonista, ma certamente non è lo strumento adatto per ottenere il consenso del pubblico, e la musica proposta è lì a dimostrarlo.

Sconsigliato dunque usufruire del mercato d’importazione per accaparrarsi questo singolo, sempre che voi non siate interessati alla t-shirt allegata che propone l’artwork della confezione, ossia una versione zoomata e in bianco e nero di ciò che figurerà in copertina dell’imminente The Book of Souls, album della mastodontica durata di 92 minuti del quale è già stata svelata la tracklist e la prolissa durata di molti dei brani che lo compongono; note che potrebbero far pensare ad un album epico e articolato, perciò in linea con le produzioni più recenti della "Vergine di Ferro".

Ascoltatevi Speed of Light in rete, senza spendere un euro, gustatevelo come un assaggio di quello che sarà il resto del piatto, e fate le vostre considerazioni, qualunque esse siano.

Federico “Dragonstar” Passarella

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