Ski Mask è il 5° album in studio dei canadesi Islands, se tu comprassi ancora dischi questo qui dovresti metterlo sullo scaffale dedicato al neo-psychedelic (indie) pop.

Ski Mask segue, a 12 mesi di distanza, il mediato e intimistico (almeno nei contenuti) A Sleep & A Forgetting, e dovrebbe essere il disco della maturità. Dovrebbe essere l'album che dimostra che ormai la testa degli Islands  è ben piantata sulle spalle. 

Sì, ho detto "dovrebbe", perché in realtà non è così. Che poi, quei dischi cosiddetti "maturi" sono spesso ad un passo dal manierismo e non la trovo un cosa positiva, perciò: pericolo scampato, rasserenati, hai ancora fra le mani un disco scapestrato.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti gli Islands sono la prosecuzione degli Unicorns, favolosa band lo-fi militante nel circuito indie canadese di qualche anno fa.

La parabola degli Unicorns durò appena 4 anni, dal 2000 al 2004, si sciolsero dopo aver impressionato (me, più che il pubblico o la critica) con il loro Who Will Cut Our Hair When We're Gone?

Nicholas Thorburn (aka Nick Diamonds, voce, chitarra e tastiere) e Jaime Thompson (aka J'aime Tambeur alla batteria) avevano in testa qualcosa di meglio e formarono gli Islands, un gruppo più focalizzato sul neo-psychedelic electro-twee indie-pop (vabbè, ci siamo capiti eh!).

Nonostante l'irruenza Ski Mask è un disco organico e con una sua coesione, le 11 tracce funzionano pur avendo raramente una struttura ben definita,  tanti gli "agganci" catchy pop, anche all'interno dello stesso pezzo, che catturano e coinvolgono. 

Si passa nel giro di pochi minuti dall'eccitante glam soft di Wave Forms, che ammiccando a Beach Boys e David Bowie se la gioca fra piano, synth (qualcosa di già sentito negli Unicorns ma meno spigoloso e più anni 80), chitarre e xilofoni; e l' alt-rap di Death Drive che ricorda un po' dei Why? di qualche anno fa.

Becoming The Gunship è la ballata coinvolgente dai richiami brit pop, ideale per essere cantata allo stadio o all'arena, se solo sta gente riempisse gli stati (che poi basterebbe pure mezzo palazzetto, ma dubito anche su quello).

Da ricordare infine Hushed Tones, che inizia come i Jesus And Mary Chains e si trasforma in un pezzo che potrebbe essere benissimo confuso con gli Electric President o i Radio Dept. 

Nessun capolavoro all'orizzonte, non si farà la storia del pop su questi solchi, ma resta pure sempre un disco piacevole che prima o poi avrete voglia di ascoltare ancora. Non è poco.

Elenco e tracce

01   Hushed Tones (05:17)

02   Wave Forms (02:53)

03   Sad Middle (03:05)

04   Here Here (04:19)

05   We'll Do It So You Don't Have To (04:15)

06   Winged Beat Drums (04:49)

07   Shotgun Vision (03:08)

08   Becoming the Gunship (03:51)

09   Of Corpse (04:17)

10   Death Drive (02:50)

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