Il 32 piece satanic marching band mixing traditional instruments, electronics and lightening, proveniente nientepopòdimenoché dal Colorado, affronta (e direi sconfigge con un plateale 6-0 6-1) una tra le piaghe più insidiose che affliggono l’umanità ormai da anni: il (maledetto) navigatore che induce a imbucare e percorrere chilometri-e-chilometri di strade verso il nulla tra comodi sterrati e improvvisi precipizi.

“Brucia Il Navigatore” non è null’altro che una baldanzosa festa per le orecchie, un’epifania, volendo anche un’orgia, una manna per chi dal Pentateuco (o forse era il Pentagramma) esige sonorità pericolosamente cacofoniche e rimbombanti.

Un pandemonio apotropaico.

Un convulso rito sabbathico che i nostri progenitori di Neanderthal avrebbero accolto intorno al fuoco quale imperscrutabile segno della presenza degli Dei.

Un tripudio di chincaglierie in apparenza disordinate ma con un proprio insensato senso.

Una agreste sagra paesana dove al posto della ancestrale pecora bollita e del Cannonau a fiumi ai convenuti viene data una cerbottana armata di frecce al Peyote e Krokodil per infilzarsi allegramente a vicenda.

Stilisticamente potremo definirli come i pronipoti dei convulsi Crash Worship: non ho ben capito se qualcun_ di essi sia effettivamente coinvolto o se trattasi di discendenza subliminale di chiara accezione catto-comunista. Bisognerebbe chiederlo a quel marpione di Jello Biafra (sempre sia lodato) che li ha prodotti e pubblicati;

La rilettura totalmente scoppiata della fantasticherrima "Wild Mountain" dei Crashers di cui sopra mi aruspica assai in tal senso.

La formula disco invero sta un po' stretta a cotanti bisonti mascherati; pur essendo ben registrato-e-prodotto risulta forse un filino troppo educato (sempre rispetto alla versione udibile fuori dallo studio) e "pulito".
Ma il tutto è pur sempre in grado di far impallidire, per azzardo e tracotanza, il 99,89898989 per mille dei gruppi raggruppati di tutto il Planet Earth. Sì, lo ammetto: son sempre stato un fan accanito dei Duran Duran.

La cosa migliore per capire che razza di macello audio-visual ti combinano questi simpatici balordi sarebbe quella di gustarseli dal vivo : ma, perdincinbacco, saranno almeno un trentinaio di elementi - tra gente che suona e altri che non fanno alcunché - che s'agitano e arrotolano neppure fossero stati punti da uno sciame di Vesponi Piaggio 125.

E poi tutti quei bizzarri costumoni & instrumentoni: tutto un florilegio di percussioni, di strumenti non meglio identificati, di tastiere sibilanti, vocioni corrotte e incomprensibili, da spararsi rigorosamente a volume proibitivo.

Inzomma: chi gliela paga la trasferta? La assolata Denver non mi risulta essere esattamente dietro l’angolo.

Vista l’imminente Festa della Beata, Sacrissima, Santissima, Verginissima Addoloratissima nella mia DeParrocchia chiederò al Reverendo stanziale sé scuce il tallero incassato con le offerte - durante il Salmo Responsoriale - e, anziché usarlo per andare al ristorante o per i rutilanti fuochi d’artifizio opti per la venùta degli aristotelici Aicci-O'.

E per il krokodil?
Per quello ci si può sempre organizzare.

Dai.

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