Ben trovati a tutti, carissimi. Scusate il mio tono sussiegoso, ma non senza emozione, oggi, sempre con Voi, ma soprattutto, e principalmente, per Voi, esordisco nella rubrica "Interiori" di Debaser, recensendo un libro di una cantante, entertainer, donna di spettacolo ed addirittura politica che apprezzo molto: Iva Zanicchi, simbolo di un'Italia padana sempre in evoluzione, fra tradizione e modernità, dagli anni '60 ad oggi.

Non v'è dubbio che la poliedrica Iva - detta altresì Aquila di Ligonchio dallo sperduto paese d'origine - abbia cavalcato la tigre del boom, del post boom, del riflusso e dell'avvento della seconda Repubblica con gagliarda autonomia ed inviabile consapevolezza: dalle balere a Sanremo, passando per il paginone di playboy (non era nemmeno male ai tempi, secondo me!), successivamente giungendo ad "Ok il prezzo e giusto" per cogliere il testimone del compianto Gigi Sabani e, finalmente, alla domenica pomeriggio con le sue ospitate, mattane e sollazzi, senza mandarle a dire a nessuno, nemmeno ai politici di cui, per qualche tempo, ha fatto parte.

"Polenta di castagne", uscito per i tipi della Mondadori nel 2001, è assieme una sorta di autobiografia della Iva nazionale ed una riflessione, fatta da una donna semplice e senza troppe sovrastrutture derivanti da una istruzione forzata e dalla urbanizzazione coatta della ormai morente cultura contadina, sull'evoluzione dei costumi del nostro Paese, della società in genere. Il piccolo - nella specie, le vicende di vita della Zanicchi - si fa grande, rispecchiando in maniera "esemplare" la storia di un'italiana di successo, fra discese ardite e risalite che ogni essere umano, nella vita, affronta, e, dunque, descrivendo la stessa origine ed il possibile destino di un Paese come il nostro.

Il libro risulta scorrevole e di facile lettura, grazie ad uno stile che non vuol essere troppo forbito e limitarsi a raccontare, quasi come un tempo si faceva nei focolari domestici, la vita di una famiglia qualunque, povera eppur felice (anche nei momenti di desolazione che sono tipici dell'esistenza), riallacciando l'ascesa di Iva nell'empireo musicale e sociale italico alla tradizione familiare ed alle proprie radici contadine: vi è dunque una continuità fra la nonna della cantante - Desolina - e la grinta che l'Aquila metteva nei suoi concerti. Per cui la carriera di Iva, la sua affermazione, sono il portato di una predisposizione genetica e culturale al sacrificio, e di una forza interiore che unisce istinto a semplicità.

La polenta di castagne, dunque, piatto povero e saporito assieme, in cui emerge forte la tradizione locale di un'Italia "minore" provinciale, sono un po' il simbolo di una possibile via di riscatto, di quella che mi piace definire una Italian (o Padanian almeno) Way of Life: è proprio partendo dai valori semplici, dall'emozione che scaturisce dai ricordi della nonna, della propria famiglia, dalle proprie origini, che ogni individuo - e non solo Iva Zanicchi - può prendere in mano il proprio destino e superarlo, essendo un po' fabbro (o cuoco) della propria fortuna, in una sorta di volontarismo eroico che ammalia.

Grazie, dunque, Iva, ti stimo e (a differenza dei tuoi fidanzati e di tanti libero professionisti) non ti scaricherò mai.

Librescamente Vostro

Il_Paolo

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