Pochi accordi, molte idee. Questa è la filosofia del Jazz Modale.
Nel caso di Jackie McLean (sax alto), Walter Davis Jr. (piano), Herbie Lewis (contrabbasso), Billy Higgins le idee sono moltissime.
"Let Freedom Ring" è una perla Blue Note del '62. McLean a causa della sua tossicodipendenza è costretto a rinunciare ai concerti live a New York; riesce però ad ottenere una certa sicurezza economica grazie al contratto discografico che lo porta alla realizzazione dei suoi migliori album.
L'altosassofonista aderisce a pieno alla corrente modale del Jazz rendendosi uno dei migliori interpreti della stessa.
Inoltre nel '60 egli riesce a trovare il proprio sound al sax alto; partendo da una formazione parkeriana, dà maggior rilievo all'aggressività che il sax alto può esprimere. Il suo timbro è tagliente, acido, crescente e anche per questo risulta di una drammaticità, a tratti, commovente.
McLean quindi è un grandissimo hardbopper voglioso di esplorare le possibilità del modale. In questo periodo è alla ricerca di maggiore libertà musicale; i brani che portano la sua firma sono spesso caratterizzati da un solo accordo. Questo album non fa eccezione.
Il leader riesce a tenere assoli lunghissimi senza essere mai banale e ripetitivo. Risulta emozionante la sua capacità di dare un senso artistico anche ai fischi che lo strumento produce. Anche i sideman si fanno protagonisti di una eccezionale session; in particolare Davis risulta il pianista ideale per esaltare la carica espressiva delle composizioni di McLean e per rendere avvincenti i soli, sostenuti da potenti ed asimmetrici voicing.
E sono proprio la carica espressiva e la drammaticità del timbro del leader che rendono l'ascolto esaltante. L'introduzione di "Melody For Melonae" è stupenda: i toni gravi del basso e del piano vanno a contrastare gli acuti del sax alto, il tutto accompagnato dalla maestria di Higgins nell'accarezzare i piatti della sua batteria; il senso di sospensione dell'introduzione lascia spazio poi ad uno swing "cattivo" su cui viengono costruiti nota per nota i magnifici soli.
Addiruttura commovente la splendida "I'll Keep Loving You" di Bud Powell. Probabilmente questa è la più intensa interpretazione della ballad mai incisa. Il sax si adagia sensualmente sul registro medio dello strumento, senza rinunciare, però, agli eccitanti graffi sul registro acutissimo. La chiusura del brano appare dolcissima, da asoltare nella tipica giornata di pioggia.
Il tema di "Rene" (dedica al figlio del sassofonista) risulta molto più spigoloso e quindi dal sapore più Hard Bop. L'assolo di McLean è aspro e coinvolgente e mostra in certi tratti come l'influenza del Free sia sentita. Della stessa originalità è "Omega", grande importanza viene data al nucleo di note che il basso ripete fino a quando non si arriva al bridge, dove Higgins da il meglio di sé con lo swing.
McLean è un artista tormentato, la sua angoscia viene liberata nell'ottone del suo sax. Un musicista capace di graffiare, ma anche di commuovere. Un grande.
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