Nel corso degli anni '90 la carriera di Jackson Browne aveva visto un lento e inesorabile declino. Il musicista, nonostante avesse pubblicato album di tutto rispetto, non era riuscito nell'impresa di ripetere la magia dei suoi lavori discografici targati anni '70. Sembrava che ormai il buon Jackson avesse deciso di smettere con la musica, invece, tutto ad un tratto la sorpresa.
Il nostro, con quella che chiamare mossa azzardata è riduttivo, decide di imbarcarsi per un tour in completa solitudine. Tour che lo ha visto suonare in molti teatri davanti a un pubblico raccolto e incuriosito per questa particolare dimensione live. Ma Jackson è un artista vero, un musicista come non ce ne sono più in giro, e durante questo tour ha mostrato a tutti il suo lato più folk e cantautorale. Il nostro ha vissuto la parte più bella e prolifica della sua carriera negli anni '70 ed è stato influenzato da tutti i folk singers e cantautori dell'epoca (influenzando egli stesso numerosi musicisti). Esperienza che emerge in questi concerti, dove il musicista indaga nella sua anima, estraendone passione e grande amore per la musica. Serate magiche quelle del tour, dove il nostro si alternava alla chitrarra acustica e al piano, ammutolendo il pubblico con canzoni che hanno fatto la storia della musica anni settanta e non solo. Finalmente arriva anche una testimonianza su disco di questa esperienza davvero spettacolare.
È questo il primo live acustico di Browne ( aveva già pubblicato un celebrato live elettrico negli anni '70 dal titolo "Running on empty") e raccoglie le emozioni, la passione, e la grande musica che hanno animato le serate negli splendidi teatri dove egli si è esibito. "Solo acoustic vol 1" è di una purezza cristallina, e con una tracklist da brivido si candida ad essere uno dei migliori lavori del nostro. L'intensità della voce di Browne, unite alla sua bravura nel suonare piano e chitarra catturano subito il pubblico, grazie anche a canzoni che definire splendide sarebbe riduttivo. Il disco si apre con "The Barricades of heaven" cantata con molto trasporto da Jackson, che infonde un'energia e un pathos davvero straordinari a una canzone meravigliosa (forse la migliore delle ultime prove in studio del musicista). Da mozzafiato è poi il rapporto tra il musicista e il pubblico. Un rapporto intimo, aiutato anche dalla ridotta dimensione del luogo, che si avverte dopo e prima di ogni canzone. Bellissimi anche gli intermezzi nei quali, tra una canzone e l'altra, Jackson scherza con lo stesso pubblico, che divertito ride e applaude per poi tornare nel più totale silenzio appena il nostro inizia a suonare.
Esempio lampante di questo è la bellissima "These days" dove Browne prima ride e parla con l'audience che risponde divertita ma non appena pizzica sulla chitarra l'intro della canzone in sala cala il silenzio più totale. Una versione mozzafiato, che emoziona come non mai, segno tangibile della purezza e della bellezza della musica dell'artista. La vera sorpresa del disco è però "Birds of St Marks", struggente ballata pianistica che il nostro non aveva mai inciso, pur avendola scritta negli anni '70, e che in questa veste risplende di luce propria. Non ho potuto fare a meno di commuovermi a sentire "Fountain of sorrow", a mio parere il brano più bello mai scritto da Jackson, riproposta con trasporto e passione al piano, raccogliendo l'ovazione del pubblico. Degna del miglior Duane Allman è la slide che il nostro esibisce su "For a dancer", altro brano tratto dalla sua discografia anni '70.
Ma i momenti emotivamente devastanti non sono ancora finiti. Impossibile non citare "Lives in balance", dotata di un testo meraviglioso, in questa versione nettamente superiore a quella in studio. "The pretender" sempre meravigliosa, "Looking east", "Too Many Angels", "Your Bright Baby Blues", "For Everyman" sono tutte canzoni di una purezza cristallina, accentuata dalla particolare dimensione acustica della serata. Finale da brividi poi con "Take it easy", brano scritto dallo stesso Browne in coppia con Glen Frey degli Eagles. Canzone famosissima, e versione mozzafiato con sola voce e chitarra. Una serata davvero magica, testimonianza della grande classe di un musicista, che con la sua voce sa far commuovere ed emozionare. Un live acustico come non se ne sentivano da tempi, una perla di rara bellezza.
Non ci resta quindi che tributare il giusto onore a Browne e aspettare con ansia il secondo volume, sicuri che ancora una volta verremo conquistati dalla musica di questo straordinario artista.
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