"Dunque, non devi pensare che tutto ciò che è falso sia totalmente non vero, perchè l'errore proviene non tanto dalle cose in se stesse, quanto dalla speranza vana di chi a esse si aggrappa. E al tempo stesso, non dire mai che ogni cosa nel mondo è illusione, perchè se non vi fosse la verità, anche l'illusione cesserebbe di esistere".

Din Rumi, fondatore ed ispiratore della confraternita mistica dei dervisci rotanti (espressione del sufismo conosciuti per la loro danza rotatoria e mistica che è lo strumento per allontanare la mente da ogni contatto con le cose terrene. Nella danza volteggiano in un trance mistico che li rende un medium tra terra e cielo.), è considerato il più grande poeta mistico di tutti i tempi, almeno dal punto di vista islamico. Una sorta di Dante Alighieri persiano.

La sua opera più importante è il Mathnawi, immenso poema composto da oltre 26.000 coppie di versi.

Il libro, curato da Massimo Jevonella, propone la traduzione, rispettosamente (a detta del traduttore Ali Reza Assar) adattata, di 35 dei racconti, delle meditazioni, degli insegnamenti e delle metafore di questo meraviglioso poema. Ne emerge un'energia spirituale inedita per chi non ha dimestichezza con l'entusiasmo, la tolleranza e la gioiosità del Sufismo, espressione di un Islam ben diverso da quel fondamentalismo radicale ben noto in Occidente, che rende plausibile la tanto ricorrente tesi dello scontro di civiltà.

Perchè anche nel contesto musulmano c'è chi predica il dialogo e la tolleranza. Rumi è un contemporaneo di Francesco d'Assisi, e come lui ha lasciato un messaggio ed un ordine religioso fondati sull'umiltà, la povertà e la compassione. 

"Se vuoi splendere come il giorno, brucia e distruggi la tua esistenza individuale, che è simile al buio della notte.[...] Tu perseveri nell'affermare l'"Io" e il "Noi", e non ti accorgi che proprio in questa dualità si annida la causa della rovina spirituale"

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