MIGLIOR DISCO DEL 2011 SECONDO THE WIRE:

La gente l'ha presa talmente male che la rivista ha dovuto ritirare tutto e metterla sullo scherzo burlone; ma dopo 5 anni potrebbero anche averci azzeccato. Far Side Virtual è considerato il disco che ha dato sfogo a tutte le sottoculture elettroniche di questi anni '10 (Jam City, Fatima Al Qadiri, Rabit, la vaporwave e chi più ne ha, più ne metta), assieme ai compañeros: Daniel Lopatin e Ramona Xavier (se non sapete chi sono non sarò di certo io a dirvi: cazzi vostra).

Già in altre sedi abbiamo parlato di cos'é e cosa non è la vaporwave, di come rappresenterebbe l'andamento social dei tempi che corrono, del post-capitalismo e post-umano; ma per stavolta lascerò perdere l'uomo ma mi concentrerò sulla macchina.

Far Side Virtual sono suonerie polifoniche per un fantomatico smartphone, sono sveglie mattutine pre-colazione e post-cagata, sono l'effimero nell'essenzialità. Sono banalità ed ironia, ma anche base e concretezza. Sono tracce che possono valere per tutte le persone del mondo, sono la world music del ventunesimo secolo e non è la canzone che si adatta all'umore dell'uomo, ma è l'uomo che deve adattarsi all'umore della canzone.

L'originalità sonora dell'hypnagogic pop o chillwave che smacchia la lucidità della musica, qui si ribalta, il glitch deve essere appiattito e non deve esserci un grammo di calore umano ma solo freddezza austera; siamo nel nuovo mondo musicale da 5 anni, ma il romanticismo non ci sta lasciando la via per toglierci dalla retromarcia.

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