La prima volta che lo vidi mi fece stare quasi male per la sensazione del dito girato nella piaga che mi provocò, Maurice (James Wilby) e Clive (Hugh Grant) si amano platonicamente, un loro compagno di istituto scolastico viene cacciato per atti omosex e ha il destino segnato dall'infamia (siamo in Inghilterra nel 1909), Clive si spaventa e sposa una ragazza in fretta e furia, Maurice prima soffre come un cane poi conosce Alec (Rupert Graves), un componente della servitù di Clive e i due si innamorano. Maurice in un ultimo incontro con Clive lo metterà al corrente della sua relazione amorosa per poi sparire per sempre dalla sua vita e lasciare Clive in preda al rimpianto. Un polpettone gay diretto da James Ivory nel 1987 e scritto da E.M. Forster nel 1917, pubblicato postumo nel 1971. Attualissimo soprattutto nello scandagliare i profili psicologici dei personaggi, per nulla scontati, e nall'analisi e nella ricostruzione meticolosa della società dell'epoca, Non sò se per gli etero un film del genere, seppur così ben confezionato, può avere appeal o quantomeno suscitare un qualche interesse, sarebbe bello saperlo! In caso negativo, sempre di Ivory, c'è lo stupendo "Camera con vista" di due anni antecedente a questo, che soddisferà anche il pubblico più conservatore!

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