Questo è il primo vero disco solista di una leggenda.
Un concentrato di musica da capogiro, di femminilità, di solitudine, di disperazione.
Janis non canta come gli altri, lei urla la sua necessità di essere amata!
Personaggio eccentrico e problematico, Janis Joplin conduce una vita di immensa popolarità e altrettante grandi delusioni. Da ingenua e bruttina ragazzotta di provincia giunge al successo con i Big Brother And The Holding Company. Inizia un periodo d'oro dal punto di vista professionale, ma anche un baratro da cui non riuscirà ad uscire. La fama la circonda di uomini, lei ogni volta si illude di essere amata e il giorno dopo gli amanti rigorosamente scompaiono, lasciandola sola in compagnia di droga e Southern Comfort. Ma per Janis c'è anche la musica, e lei canta. Lo fa mettendo nella sua voce tutta la disperazione che vive, e quando sale sul palco lascia tutti senza fiato. Il suo carisma è tale che ogni giornale recensisca un suo concerto ritiene la band non alla sua altezza!
Il giudizio è unanime, e se ne convince anche Janis.
Quest'album testimonia il tentativo di miss Joplin di riscattare questa carenza. Lei voleva una band di professionisti soul come quelli che accompagnavano Otis Redding e Aretha Franklin. Ed infatti il disco si presenta come una svolta dal rock psichedelico degli esordi a un più maturo sound r'n'b.
Si tratta di un lavoro ben suonato (anche se lontano dall'obbiettivo iniziale), che da grande risalto alle armonie degli ottimi fiati.
Ma sono i testi a rendere il disco un capolavoro.
Janis non scrive tutte la canzoni, ma la scelta ricade sempre su pezzi che la riguardano, che raccontano l'angoscia della solitudine. Janis implora di essere amata, chiede di non essere lasciata sola, e lo fa piangendo. Menzione d'onore merita la triade che chiude l'album: "Kozmic Blues", "Little Girl Blue" e la straziante invocazione di "Work Me Lord".
Secondo gran parte della critica questo non è il suo migliore lavoro. Può essere vero se lo si paragona al fascino sessantottino del precedente "Cheap Thrills" o alla compiutezza formale dell'ultimo "Pearl". Secondo me è il disco che contiene in ogni nota il filo conduttore di tutta l'arte di cui questa donna era capace, ed è questo il motivo per cui lo considero una tappa fondamentale per tutti gli appassionati di musica.
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