Jeff inizia la sua carriera girando gli States ed esibendosi in piccoli locali. Uno di questi, ritrovo preferito, era il Sin-é, locale in cui si esibiva destreggiandosi tra classici americani e pezzi propri.
L'esordio discografico è legato a questo locale: il primo EP di Jeff contiene 4 pezzi registrati live al Sin-é.
A dieci anni dalla scomparsa di Jeff Buckley esce una versione estesa dei "Cafè days". Doppio cd + dvd contenente un'intervista all'artista e video riguardanti alcune performance al Sin-é.
In questi cd si riscopre Jeff, un ragazzo dall'anima di musica. Che canta in un locale, si esibisce per sè stesso prima ancora che per il pubblico e poggiata la chitarra serve ai tavoli. La pressione delle case discografiche non lo riguarda ancora.
Un ragazzo che esegue cover a richiesta e le fa sue, da Dylan a Nina Simone, a Van Morrison e Edith Piaf, passando per i Led Zeppelin e Leonard Cohen. Per non parlare del pakistano Nusrat Fateh Ali Khan, noto grazie a Jeff. Lo stesso Nusrat Fateh Ali Khan che in seguito prende in giro, stessa sorte toccata anche ai Nirvana o ai Doors imitati da Jeff, così come Miles Davis.
E poi passano tutte le canzoni di "Grace" l'unico album che Jeff Buckley abbia mai pubblicato in vita. Tutte incredibilmente live, tutte incredibilmente pure, daltronde lo dice anche Bono Vox: "Jeff Buckley è stato una goccia pura in un oceano di rumore".
Non manca dunque il lento spiritual di "Lover, You Should've Come Over"; le visioni di "Mojo Pin"; e "Grace", "Eternal Life", (Unforgiven) "Last Goodbye".
"Live at Sin-é" ha il fascino della giovinezza, periodo mitico in cui tutto deve ancora accadere, quando tutte le strade sono ancora aperte e ognuna di esse è un richiamo suadente a cui rispondere con entusiasmo.
10/10 Una perla.
Carico i commenti... con calma