"Bone" di Jeff Smith (U.S.A.). Serie indipendente in 55 episodi pubblicati (tramite la sigla "CB-Cartoon Books"), con cadenza irregolare (mediamente trimestrale), negli U.S.A. tra il 1991 e il 2004. I numeri tra il 20 e il 28 furono pubblicati da Image Comics. Il Volume unico (oggetto della recensione) è stato pubblicato, nella prima edizione, negli U.S.A. nel 2004. La versione italiana edita da "BAO Publishing", con la traduzione di Michele Foschini, è del 2011. Qui la cronologia competa delle pubblicazioni italiane della serie.

Da qualche parte esiste una città che si chiama Boneville (che non vedrete mai) e i suoi abitanti sono dei bone: antropomorfi, bianchi/cenere e dalle bizzarre forme lisce e "arrotondate". 

Da un'altra parte, oltre un deserto, esiste una misteriosa valle (lussureggiante d'Estate e freddissima d'Inverno) abitata da esseri umani, strani spiriti ancestrali, draghi, animali parlanti dotati di "intelligenza" (tranne le vacche) e strani, pericolosi esseri pelosi chiamati "rat creatures/creature ratto" ("rattodonti" nella prima versione italiana).

Per motivi che scoprirete solo leggendo tre bone cambieranno la vita e la storia della valle misteriosa.

Sono ben 1348 le pagine (comprese quelle occupate dalla postfazione di Neil Gaiman: essendo "post" è, appunto, da leggere per ultima perché contiene abbondanti "spoilerate") che son servite per raccogliere questa piccola, grande saga sospesa tra azione, fantasia ed umorismo.

Piccola perché "Bone" è disegnato come un classico fumetto umoristico (Kelly, Barks, Schulz, Sim i riferimenti più importanti, non solo a livello grafico) in un "integralista bianco e nero" (anche se non mancano versioni e spin-off "a colori" di cui non ci occuperemo) e grande perché incisivi sono i riferimenti "alti" (ben oltre gli inevitabili accostamenti con la potente epica di Tolkien).

Ovviamente avendo citato nello stesso paragrafo, per esempio, Kelly e Tolkien se io affermassi che "Bone" è uno dei fumetti più innovativi di sempre non basterebbe la lista (imponente e in molte nazioni diverse) dei riconoscimenti che ha ricevuto per evitare che voi imbastiate un uomo di vimini pronto ad accogliermi poco prima del falò.

Ebbene, in un'epoca che sembra aver vissuto e visto tutto il sottoscritto non teme di essere arso vivo nel trovare "innovazione" in un fumetto in cui (per citare solo qualche peculiarità):

Rapidi dialoghi (che conflagrano in irresistibili gag) convivono con una narrazione epica e per lunghi tratti drammatica e (senza eccedere, con un'eleganza non usuale per molti cartoonist americani) violenta.

Personaggi che sembrano esser presi dall'universo Disney combattono con o contro altri che potrebbero stare tranquillamente nel più classico romanzo Fantasy.

La narrazione fantastica non eccede mai nei consueti "fronzoli" anzi spesso lascia il passo al "rigore" di espedienti (anche citati direttamente) in stile Melville se non, udite, udite Dickens.

Tra le righe appare chiara un'ampia parte della recente storia americana.

Mi fermo qui perché "Bone" va scoperto un po' alla volta senza troppe anticipazioni così da rimanere stupiti dalla strana struttura narrativa impostata da Smith: una costruzione che, via via, può lasciar perplessi ma che una volta arrivati alla fine appare cristallina e imponente (anche da far perdonare i 35 euri d'investimento).

C.G. (Girlanachronism)

"Stupidi, stupidi Rattodonti" (J. Smith)

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