"Che bei tempi quelli del vinile!" verrebbe da dire ascoltando questa raccolta dei Jefferson Airplane. Affermazione che non racchiude alcun istinto luddista nei confronti del cd, bensì due dati che mi sembrano difficilmente confutabili. Da una parte, il fatto che sul vinile ci potessero stare solo una quarantina di minuti di musica, impediva che gli artisti ne incidessero un'ora e più, come avviene oggidì sul supporto digitale. Con inevitabili riempitivi e momenti di stanca. Un tempo, solo quando si aveva qualcosa di importante da dire si superavano i sessanta minuti. E così si sono prodotti quella decina di dischi doppi, da "Electric Ladyland", ad "Exile...", a "Blonde on Blonde", l'elenco lo conoscete, che hanno fatto la storia del Rock. La conseguenza è che le raccolte di inediti su Lp, come quella dei Jefferson di cui parliamo qui, avevano veramente un senso ed un valore, perché i brani che le componevano avrebbero potuto apparire tranquillamente sugli album dell'epoca, senza sfigurare.

"Early Flight " fu stampato nel 1974, poco dopo la fine dei Jefferson quale aereoplano e prima della reincarnazione in astronave, ed è importante anche storicamente perché è una delle prime raccolte di inediti in assoluto in ambito rock americano.

Il primo trittico di brani proviene dalle sessions del dicembre del 1965 di "Takes off", con Signe Anderson ancora alla voce femminile, poi sostituita da Grace Slick. Il primo di questi pezzi "High Flyin' Bird", cantato da Marty Balin, è un gioiello di dimensioni assolute. I Jefferson, non è dato sapere perché, non la inserirono nel disco d'esordio, ma la amarono anche negli anni a venire, e la suonarono spesso dal vivo. Se ne può sentire una versione live infatti nel concerto al mitico Festival Pop di Monterey del 1967. Ne esiste una cover assolutamente efficace in un disco, "No Polyestere Please", di un gruppo di epigoni dei nostri, "Illiterate Beach", che consiglio a tutti i fan dei Jefferson.

Proseguendo in "Early Flight" ci imbattiamo in tre canzoni facenti parte delle sessions di registrazione di "Surrealitic Pillow", siamo nel novembre del 1966. Mentre "In The Morning", nonostante la partecipazione di Jerry Garcia, dei Grateful Dead, è solo una jam blues, con temi che saranno cari più agli Hot Tuna, "J.P.P. McStep B. Blues" e "Go to her" sono due altre piccole perle. La prima, scritta e suonata da Skip Spence pochi giorni prima di lasciare il gruppo, è una delizia pop che anticipa la "Summer of Love". La seconda, un incrocio tra l'inno degli Airplane "Somebody To Love" e "Love Her Madly" dei Doors, si dice non fu inserita in "Surrealistic..." perché i Jefferson non erano contenti della sua rendition in studio rispetto alla potenza che riuscivano a darle dal vivo.

Gli ultimi tre brani sono stati registrati nel 1970. "Up Or Down" uscita dalla penna di Paul Kantner, probabilmente all'epoca di "Blow Against The Empire", mi ricorda moltissimo certe cose di Stephen Stills, che aveva suonato pochi mesi prima con i Jefferson in "Volunteers". Vi sono infine i due lati di un 45 giri, "Mexico" e "Have You Seen The Saucers", che sono due classici pezzi alla Airplane: la prima contiene un attacco a Richard Nixon, l'allora Presidente degli U.S.A., ed al suo tentativo di bloccare l'ingresso di marijuana dal Messico, tant'è che fu censurata da molte radio statunitensi.

In definitiva un disco da recuperare per tutti gli amanti dei Jefferson Airplane, giusto compendio ai quattro capolavori in studio che sfornarono dal 1966 al 1969.

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