Quest’album è bipolare, fra i più bipolari che conosca.

Propone la metà delle canzoni nel caratteristico stile Jefferson Airplane, farraginoso e poco orecchiabile come da prassi. Sono quei brani musicati e cantati dal diversamente talentuoso Paul Kantner. Il resto è costituito invece da numeri di rock melodico tra il brillante e il ruffiano, un po’ alla Toto, composti da altri componenti del gruppo ed interpretati dalla spumeggiante ugola tenorile dell’altro frontman Mickey Thomas.

Un bello slalom… sembra di ascoltare due gruppi diversi nello stesso disco. Il salto di atmosfera dall’apripista “Jane” alla seconda traccia “Lighting Rose” è esemplare in questo. La prima è cugina stretta della Totiana “Hold the Line” (pubblicata l’anno prima, nel 1978): stesso perentorio riffone chitarra+basso in staccato, in mezzo al quale pesta in ottavi un pianetto ritmicissimo, irresistibile.

L’emissione iper sonora e sciolta di Thomas provvede poi a far impallidire, al confronto, quella tesa e un po’ forzata del Toto man Bobby Kimball. “Jane” è niente più e niente meno che una smagliante canzone pop rock, oggi datata ma ancora adescante; miracolosamente messa insieme da un monicker sin lì affaccendato in cose molto meno dirette e accattivanti. E’ perfetto persino il solo di chitarra, in pregio dell’allora giovanissimo Craig Chaquico, e vi compare finanche un intermezzo reggae, genere che in quegli anni di piena era Bob Marley andava di brutto.

Lighting Rose”, a completo contrasto, è il consueto numero alla Jefferson storici: doppia voce declamatoria e ottusa, con Thomas a fare il verso senza sforzo alla sua predecessora Grace Slick. Stessa cosa per “Things to Come” che insiste su andamenti enfatici e comizieschi, mal retti da melodie debolucce e cori già sentiti.

Identico il discorso anche per “Girl with the Hungry Eyes” e per l’eponimo finale che intitola l’album, con quel dimezzamento di ritmo nei ritornelli, preciso uguale a decine di precedenti pezzi dell’occhialuto freak di San Francisco. Niente… ho un’idiosincrasia per lo stile di Kantner nel concepimento delle melodie e soprattutto delle armonie.

L’album non riesce inevitabilmente a mantenersi al livello del suo brano di apertura, ma il resto delle canzoni nelle quali Kantner non tocca palla, come pop rock americano fine anni settanta… funziona. Fra di esse, “Awakening” è il pezzone centrale da otto minuti, dall’inizio atmosferico e pomposo che poi si adagia in un rock melodico lento e pianistico, acceso alternativamente da estesi assoli chitarristici o da cori imperiosi.

L’acuta ugola di Thomas non si risparmia sulla drammatica “Just the Same” che emana pure qualche umore Beatlesiano nel mezzo, e men che meno nell’accattivante anche se prevedibile “Rock Music”, dotata di coro molto agganciante. “Fading Lady Light” per finire è un country rock aggraziato con progressioni armoniche un tantino “telefonate”, ma di grande professionalità e buon nerbo.

Tre stelle, più “Jane” che da sola se ne porta una in aggiunta: = 4 stelle. Bella anche la copertina, col ragazzino fotografato mentre sta giocando sul ponte di una nave militare americana.

Elenco tracce e video

01   Jane (04:14)

02   Lightning Rose (04:39)

03   Things to Come (04:46)

04   Awakening (08:06)

05   Girl With the Hungry Eyes (03:32)

06   Just the Same (05:21)

07   Rock Music (03:37)

08   Fading Lady Night (03:42)

09   Freedom at Point Zero (04:29)

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