Prima di tutto, Soledad. Soledad Miranda.

Questo film, sicuramente la pellicola più celebre dello sfornafilm Jesus Franco (come si disse... nome due volte blasfemo...), è innanzi tutto la bellezza di questa giovane donna, morta lo stesso anno di uscita del film; bellezza che resterà, perciò, intonsa nei decenni. Magra, minuta, lunghissimi capelli castani, grandi occhi nocciola malinconici, un gioiello sensualissimo e delicato che il regista spagnolo ha saputo valorizzare al meglio, sbozzando dalla precedente ragazza un po' paffutella coi capelli permanentati una strepitosa dark lady, impossibile da resistere.

E sarà impossibile per Linda: Jonathan Harker al femminile, si reca in Turchia con fidanzato, per vendere un'abitazione alla contessa Nadine Karody. Linda Westinghouse ha un sogno ricorrente; sogna uno scorpione sott'acqua, una farfalla impigliata in reti da pesca, del sangue scivolare su un vetro. E ha una vita sessuale insoddisfacente. Infatti è sotto analisi: ma naturalmente l'analista non riesce ad andarne fuori. Poichè Linda ha bisogno di altre cure per conoscere se stessa. E come sempre accade sarà un vampiro a farle emergere a galla. e naturalmente si tratterà di scatenare la libidine.

Nadine Karody è ovviamante la leggenda di Carmilla, la vampira lesbica che attrae le sue vittime in un torpore dolce dolce e una sfrenata voglia di sesso. Contraddizione, certo, dacchè i vampiri si sa, non possono provare certe pulsioni, semmai suscitarle. La contessa Karody è peraltro la regina di un locale turco dove inscena un sensualissimo strip con un manichino, difronte ad uno specchio. Un manichino in realtà di carne ed ossa che soggiace al cadere dell'ultimo baluardo della pudicizia. Uno splendido manichino di carne donna, ovviamente.

Linda, giunta in Turchia, ovviamente comincia ad incontrare figure torbide, a partire dal custode (interpretato da Jesus Franco stesso), la cui moglie non è più tornata dall'isola della contessa. Poi incontrerà un medico vampirologo, il dottor Seward, che, con la scusa di cacciare i vampiri (tiene sotto cura una paziente, Agra, che delira e smania in preda alle caldane, in attesa del ritorno dell'amata contessa) vuole impossessarsi dei loro poteri. Poi c'è Morpho, fido assistente della contessa, sempre alle spalle di Linda Westinghouse.

La caratteristica che balza all'occhio di "Vampyros Lesbos" è che, alla faccia delle tenebre, è un film sovraesposto dall'incandesenza del sole di Istanbul. L'afa che sale dall'asfalto, le spiagge arroventate, i cieli quasi bianchi dall'inclemenza dei raggi solari sono paradossali per un film di vampiri. Ma in realtà il sole è la perfetta dimensione per l'esplosione dei sensi di Linda, il cui viaggio con Nadine sarà terapeutico. Il momento topico di queste circostanze lo abbiamo all'arrivo di Linda nell'isola: sole, cielo azzurro e, alla faccia di tutte le regole, una splendida vampira in bikini arancio e occhiali da sole enormi, prende mollemente il sole allungata su una sdraio.

Incongruente, fumettaro, coi suoi zoom (di cui Franco è specialista) in bella vista e le sue povertà di budget, "Vampyros Lesbos" si fa apprezzare anche per la sua confusione narrativa, come fosse un delirio. Riusciamo ad andare oltre anche ai momenti di stanca (e ce ne sono) solo per rivedere Nadine, le sue splendide forme, il suo invito a perdersi nel tunnel degli umori genitali. Contro tutto, le regole, Dio (grande assente in questo film, altra stranezza per un film di vampiri), gli altri, per ritrovare se stessi in un sano, irrinunciabile egoismo del piacere e della carne.

Soledad Miranda girerà un altro film con Franco prima di morire: "She killed in ekstasis". Sulle tracce di 'Vampyros Lesbos', con ritagli dello stesso film, con lei sempre bellissima e Eva Stromberg dottoressa criminale e lesbicissima, quasi una Linda rinata e crudele. Meno riuscito di certo, più banale (ma il rapporto saffico tra Soledad ed Eva si ricorda eccome), vede la protagonista incarnare la figura topica della vedova nera. Strepitose musiche di Manfred Hubler, Sigi Schwab e David Kuhne (Franco stesso in uno dei suoi mille pseudonimi). Tarantino (uff... non volevo citarlo ma non posso evitare ciò) userà su "Jackie Brown" il tema di questa pellicola, "The lion and the cucumber".

Spero e attendo ogni sera che Nadine venga a trovarmi...

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