E' sempre molto difficile parlare di un gruppo che ha scritto pagine memorabili senza correre il rischio di cadere nel banale o peggio ancora nella retorica. Ed inoltre per chi ne è fan affezionatissimo il rischio è doppio poichè chi scrive si rende conto che la mancanza di obiettività totale è sempre in agguato, ma stavolta mi sforzerò di essere obiettivo al massimo delle mie capacità, anche perchè il lavoro in questione pur rimanendo una spanna al di sopra della media del periodo in cui uscì, presenta oggettivamente alcuni aspetti che lo penalizzano.
Ma procediamo con ordine. I Tull erano reduci da un album uscito due anni prima che aveva la responsabilità di raccogliere un'eredità piuttosto pesante in quanto seguiva il celebrato 'Crest of a Knave'. Celebrato perchè rappresentava una certa ripresa nella creatività di Anderson, dopo l'orrendo (a mio parere) 'Under Wraps'. L'album del 1989 di cui sto parlando era 'Rock Island', disco con alcuni momenti fulgidi e altri un po' meno. Il gruppo si affaccia agli anni 90 con 'Catfish Rising' che incarna una certa continuità col precedente album a livello di struttura dei brani, privilegiando la chitarra di Barre a tutto il resto. Va detto subito che non mancano momenti brillanti, ma a mio parere a penalizzare il disco è una certa cupezza del sound che rende il suono quasi intubato, privo di toni brillanti. A livello di esecuzione è il solito prodotto preciso ma trovo anche dei momenti poco fertili dal punto di vista della creatività.
Procediamo con ordine: ad aprire 'Catfish Rising' è "This is not Love", dall'inizio potente con una rullata di Doane Perry breve e spettacolare. Struttura molto rockeggiante con la chitarra a farla da padrona e giri di basso niente male eseguiti dal figlio di Dave Pegg. Canzone piacevole dal ritornello accattivante e bella grintosa, ma niente di più. Si prosegue con un bel blues-rock che si intitola "Occasional Demon". Bello il sottofondo di balalaika e chitarra acustica con Barre ancora in evidenza con la sua chitarra elettrica. Piacevole, cantata anche molto bene, ma.... niente di più (e due).
"Roll Yer Own", è il terzo brano e qui diciamo subito che il discorso è un po' diverso. Bella canzone dal cantato molto jazzy e base blues di basso e chiatarra acustica con un ottimo lavoro alla batteria a base di uso di spazzole. Questa è davvero una bella song... Si passa a "Rocks on the Road" e siamo al momento forse più alto dell'intero album. Canzone molto intimista dai toni soffusi e dalla base ritmica molto compassata. Decisamente espressiva la parte cantata che parla dei ritmi frenetici della vita moderna in una grande città. Stupendo l'intermezzo jazzato col flauto a incantare e un bel sottofondo di piano. Di questo pezzo si fece anche una videoclip, ma ahimè nella clip in questione la canzone fu mutilata, eliminando quasi del tutto il bell'intermezzo di cui sopra.
Sempliciotta la canzone susseguente, decisamente anonima. "Little Sparrow on the Schoolyard wall", con andamento veloce a livello ritmico e organo a cucire l'insieme. Si, carina, ma niente di più.... (e tre). "Thinking Round Corners" è un pezzo dalle coloriture decisamente folk ma sembra essere stata partorita un po' in fretta e furia. Si, carinella, ma niente di più.... (e quattro). A dimostrazione che davvero la creatività anche nelle menti più eccelse a volte puo' andare in vacanza, viene la successiva "Still Loving You Tonight". Questa davvero è difficile da perdonare al vecchio Ian. Melensa e col ritornello che potrebbe essere decisamente anche di una canzone di Peppino di Capri, nonostante il bel lavoro alla sei corde elettrica del grande Martin Barre. Questa non è nemmeno carina.... (e quattro).
Ma forse il punto più basso di 'Catfish Rising' si raggiunge con "Doctor to my Disease". Davvero brutta, con un drumming quasi disco e un sound complessivamente da FM station degli States... (e cinque, sigh!). Si recupera qualcosa con "Like a tall Thin Girl", nel senso che se non altro i toni si fanno più gradevoli e meno commerciali. E' un discreto folk elettrico, sicuramente gradevole, ma niente di più... (e sei, aiutoooo)
A salvare l'ascoltatore abituato alla usuale classe dei Tull e fin qui invece abbastanza perplesso dall'ascolto del disco, giunge una canzone davvero bella, come se Ian fosse di colpo rinsavito e si sia ricordato di che razza di classe lui sia dotato. "White Innocence" è sinceramente da brivido. Lunga e articolata su un bel cantato, fatto con sentimento e dall'incalzante ritmica alla batteria. Momenti di alta tensione emotiva per un brano dolce, quasi evocativo, nonostante l'impronta abbastanza heavy, dove la chitarra elettrica e l'organo Hammond creano una bella atmosfera. Qui siamo di fronte a un'impennata di Catfish Rising (meno male, mi stava venendo la depressione a dovere criticare i Tull). Anche la seguente "Sleeping with the Dog", non è affatto male, anzi. Questa è una bella canzone molto umoristica sia nel testo che nella musica. Si parla di, come si potrebbe dire..., litigi coniugali? Si, credo di si e l'ironia del brano viene sottolienata dal latrato di un cane sotto la frase: "I'm sleeping with the dog". Bel pezzo, niente di trascendentale, ma sicuramente insieme ad altri tre/quattro brani al di sopra della media di tutto il disco.
Purtroppo i momenti bassi riprendono con gli ultimi due brani: "Gold Tipped Boots, Black jacket and Tie" e "When Jesus came to play". Questi sono due pezzi dalla struttura folkeggiante ma che sembrano essere stati scritti e suonati (nonchè arrangiati) in tutta fretta. Non lasciano il segno. Carini, si, ma.... niente di più.... (e sette e otto, sono alla canna del gas).
Insomma, forse ho esagerato un po' con i commenti tra parentesi ai pezzi meno riusciti, ma vi assicuro che seppur sempre dignitoso, questo album decisamente è al di sotto della media, ripeto, oltre che per la non eccelsa qualità di molte composizioni, anche per una certa cupezza dei suoni. Forse i Tull avevano un obbligo contrattuale da sbrigare.... o forse semplicemente è fisiologico che qualcosa a volte non vada nel verso giusto o almeno non del tutto nel verso giusto. I Tull hanno prodotto molte cose notevoli nel periodo 80/90, ma 'Catfish Rising' non è da annoverare tra questi. Nonostante tutto, per sempre... 'Long life pied-piper'.... e lavori come 'Roots to Branches' e 'Dot Com' sono lì a dimostrare che la classe non è acqua.
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