La figura del menestrello è fin dall'antichità permeata da un fascino ed una caratterialità uniche nel loro genere. Dopo la nascita di questo "mestiere", nelle corti del Centro Europa feudale, esso è stato sospinto, da una seconda ondata, fino ai lidi dell' America dei primi del '900.In questo nuovo mondo, il menestrello assume il nuovo appellativo di "Hobo" ("Vagabondo"), e  viene impersonificato da alcuni tra i più importanti musicisti di sempre, a cui molti altri (vedi Bob Dylan), si rifaranno profondamente durante la loro carriera musicale.

Questi suonatori "vagabondi" sono personaggi del calibro di Woody Guthrie: persone che non hanno casa fissa, e che si spostano in onirici e clandestini viaggi, sul retro del vagone di un treno, lungo tutti gli USA. Non risulta difficile immaginare come questo vagare sia stato mitizzato, e il movimento degli hobo fosse invece il sintomo di una grande depressione e povertà che affliggeva il territorio all'epoca.

A fianco di musicisti famosi come Guthrie (veri e propri eroi americani), un pò in disparte, sta seduto Jim Croce. Croce non è il solito "hobo" (o almeno non del tutto), infatti frequenta l'università di Philadelphia (P.A), per poi dedicarsi alla chitarra folk raggiunti i 18 anni.
Jim è talentuoso, e, tra un esibizione live e un altra, incide anche un disco con la moglie Ingrid, che però passa del tutto inosservato alla critica. Solo negli anni '70 salta alla ribalta, con alcune hit meravigliose, che danno grande lustro al suo nome in tutta l'America (ancora oggi, infatti, c'è il "culto Jim Croce" negli Stati Uniti).

Per cominciare a conoscere questo artista, nelle sue fascinose ballate "easy listening" (sempre farcite da testi studiati e parti strumentali molto gradevoli), il mio personale consiglio, è quello di partire da una raccolta, e in particolare da "Classic Hits of Jim Croce".

La carriera di Croce durò molto poco, in quanto morì ad appena trent'anni in un incidente aereo assieme al "collega" Maury Muehleisen (e questo fa pensare a Buddy Holly e Otis Redding), ma in questo poco tempo riusì a sfornare moltissime ballate, che hanno una straordinaria componente di attualità e fascino.
Le analogie musicali che mi sento di proporre sono quelle con Cat Stevens e James Taylor, nonchè ovviamente con i vecchi maestri "Hobos". Nella sonorità di Jim Croce ci sono componenti Blues, Folk, Country e, in alcuni rari pezzi, anche timidi accenni jazz ("I'll have to say i love you in a song").

L' unica raccomandazione che mi sento di dare, è quella di non aspettarsi raffinatezze e virtuosismi musicali particolari. La musica di Jim Croce è semplice (al massimo ci sono interventi di violini e/o chitarre  jazz), ma per quelli come me, che ogni tanto hanno bisogno di staccare per un pò dal brutale mondo del Rock, non c'è niente di meglio che buttarsi nel tranquillizante ascolto della sontuosa e baritonale voce di questo cantante, accompagnato sempre da un lato musicale incisivo e adatto al contesto.
A fianco metterò il link di una canzone molto bella di Jim Croce: "Alabama Rain".
Grazie

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Francesco

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