La carriera da attrice di Madonna rappresenta una ferita dolorosa e non sanabile all'interno della sua (molto) invidiabile epopea da superstar mondiale: fatta eccezione per alcuni sporadici successi (Evita, Dick Tracy, Cercasi Susan Disperatamente) nessuna opera filmica che l'abbia vista protagonista o comunque membra del cast di riferimento ha avuto significativi riscontri di critica e di biglietti staccati al botteghino. Insomma, le tonnellate di dischi venduti negli ultimi decenni si possono facilmente contrapporre ad una mesta, pallida attività cinematografica che attualmente la vede come regista in alcune opere a sfondo storico-sentimentale.
Il lavoro in analisi, "Shanghai Surprise", più di tutti ha sofferto di questa "mancato" trionfo su pellicola: uscito nel lontano 1986, nel pieno boom di True Blue nonché nel bel mezzo dell'infelice idillio matrimoniale con Sean Penn, il film tenta di unire comicità, avventura e drammaticità e soprattutto introduce l'alter ego di Madonna per eccellenza, ossia la femme-fatale apparentemente bonaria, verginea e timidina che alla prima occasione disvela con arguzia ed un pizzico di malizia l'autentico lato di sé, la potente manipolatrice di turno, intelligentissima maitresse della passioni e dei sentimenti. Tale veste filmica sarà ripresa, peraltro modificando ben poco il canovaccio originario, nei successivi Who's That Girl, Dick Tracy fino allo sconvolgente Body of Evidence in cui la nostra protagonista abbandonerà qualsiasi lato comico-demenziale-simil bonario per immergersi a 360° nella spregiudicatezza più maligna e irrazionale.
La trama di "Shanghai Suprise" si "addomestica" facilmente alle ferree regole del modello blockbuster, introducendo le figure di Gloria Tatlock (Madonna) e di Glendon Wasey (Sean Penn), rispettivamente una missionaria ed un avventuriero di stanza nel porto più grande della Cina nell'anno di grazia 1937. Il fulcro della "mission" da essi prefissata riguarda dapprima il ritrovamento di un grosso carico di oppio destinato ai militari feriti, per poi interessare una ben più ragguardevole e allettante scorta di gioielli e pietre preziose astutamente celate sotto i fiori della pianta "proibita". A zonzo fra i moli della città portuale e l'abitazione di una sedicente e sensuale maga/indovina, la coppia riuscirà a impossessarsi del bottino per mezzo di un'arma alquanto bizzarra denominata appunto Shanghai Surprise (una sorta di scatola esplosiva), fuggendo verso l'ignoto e verso l'amore che naturalmente deve trionfare in ogni blockbuster che si rispetti.
A metà strada fra la commedia e l'avventura "Indiana Jones style", il film mostra spunti alquanto interessanti e purtroppo diverse debolezze: se è vero che l'ibrido comico-azione può risultare strategico e funzionante, non si può dire lo stesso della trama, una miscela di sentimenti e storie non approfondita e completata a dovere, persa fra sprizzi di adrenalina fulminei e irrisori e dialoghi un po' troppo semplici. Ci troviamo dunque di fronte ad un'opera acerba e non risolta che nonostante l'apparente onestà nel voler stimolare risate e action allo spettatore non è in grado di esaurire degnamente questo fine. Anche la performance dei protagonisti risulta imprecisa e dubbiosa: le rispettive metamorfosi di Penn da avventuriero caparbio e coraggioso a pseudo eroe timido e di Madonna da ragazza immacolata a signora fatale simile alla sua controparte musicale risultano essere spunti significativi purtroppo non sfruttati a dovere e liquidati fin troppo banalmente e blandamente.
Insomma, non siamo di fronte ad un autentico capolavoro del cinema internazionale e nemmeno ad un film commerciale famoso e virtuoso; tuttavia è possibile, almeno per una volta, chiudere gli occhi di fronte a ciò e provare a visionare senza troppi preconcetti inflazionanti quest'opera, lavoro imperfetto e incompleto, eppure abbastanza onesto nelle sue intenzioni e nelle sue pretese di base.
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