NONOSTANTE TUTTO…
Non è facile far stare dentro questo “piccolo film” un Tom Waits splendido, una Cate Blanchett assolutamente perfetta, una Charlotte Rampling davvero rinata…ed è per questo che Jarmusch compie un mezzo miracolo: confeziona una forma commedia dai dialoghi deliziosi, con ironia e sarcasmo misurati alla perfezione, ma anche pizzicando le corde dell’anima, aprendo le stanze più profonde e ti fa compiere un viaggio …
E’ per questo che “Father, Mother, Sister and Brother” è un “grande film” travestito da “piccolo film” …premio a Venezia assolutamente meritato, una delizia per gli occhi e per il cuore.
Perché se guardi al di là delle “piccole storie”, apparentemente banali, che segnano i tre episodi, ne possono uscirne delle domande che sono tutt’altro che piccole: quanto puoi fingere e dimenticare anche chi sei per il bene di chi ami?
Anche apparire ai tuoi figli un fallito sul viale del tramonto per farli sentire necessari alla tua vita? Anche apparire una brava ragazza allineata o una “zitellona” soddisfatta della propria vita per dare a tua madre la certezza di aver fatto un buon lavoro? Anche lasciarti andare nell’intimo più profondo per condividere il dolore e vincere i sensi di colpa di una tua assenza?
Le relazioni frammentate, i tempi dilatati nei rapporti umani, quegli anni o chissà quanto tempo dall’ultimo incontro, non riescono a cancellare la certezza nei protagonisti che ne vale la pena di mettersi in gioco nonostante tutto…
E poi la geniale raffinatezza con la quale Jarmusch tiene insieme queste tre storie. Le splendide auto che siano catorci o perle e che parlano della volontà di un viaggio. I colori indossati quasi per caso che diventano un segno di identità e condivisione. Gli skate che appaiono qua e là come la vita che scorre, che anche corre ma che poi può essere rallentata come fa Jarmusch nelle sequenze dei ragazzi (e anche non più ragazzi) che sfrecciano per strada. Le finestre, con quelle inquadrature costruite splendidamente a illuminare le scene, quelle finestre che da un lago di montagna, da un quartiere di Dublino o da un attico a Parigi aprono sulla vita, sul mondo, sulla luce che in fondo ci avvolge tutti ….nonostante tutto…
Ma si può brindare alla vita con dell’acqua o del te? Certo che si può, perché alla fine quel che sei può anche non contare nulla per le persone che ami….se accetti quegli attimi, quelle piccole cose, quei piccoli gesti, e quei piccoli sguardi complici come il “succo” che stai cercando…
E quando te ne esci, senti davvero che questa umanità ha ancora speranza nonostante tutto…
MOLTO BELLO: CONSIGLIATISSIMO
(RECENSTALKER 20/12/2025)
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