Ecco. In circa due minuti Jimi Hendrix un giorno decise che ci avrebbe fatto vedere la sua anima e tutti ci accorgemmo che la sua anima era tanto, tanto bella.

Diversi anni fa stavo ascoltando, di notte, la radio. Era una di quelle trasmissioni dove parlano molto, in realtà erano veri intenditori, quelli che a Roma chiamiamo, con una punta di sarcasmo, 'capiscioni'. Ad un certo punto il conduttore, parlando di "Little wing" riportò un commento che aveva fatto un noto chitarrista, non ricordo chi, chiedo venia.

Ebbene questo chitarrista disse: "Little wing è un miracolo ...è come se di notte venisse a trovarti l'anima di tuo nonno morto e parlasse un po' con te, giusto il tempo della durata della canzone e tutto avviene così in fretta che alla fine ne vuoi ancora ma sei, al contempo, estasiato per l'accaduto."

Campassi cent'anni non credo che potrei, nè vorrei, trovare una definizione più ...perfetta. 

L'inizio è folgorante: con le prime due note distorte ti sveglia, ti chiama: "ehi ce l'ho con te, ascoltami bene non ci metterò molto". Inizia dunque un grappolo di note rilassanti e si dispiega un superbo tappeto musicale composto da una melodia dolce ed ineffabile, evocativa eppure familiare, cose di linguaggio universale, ed io sono già al tappeto.

Dopo una manciata di secondi sta per 'iniziare' ...si fa per dire è già iniziata! Sta per iniziare a cantare e si fa annunciare da una imperiosa e solenne rullata di tamburi manco fosse un re. Ma lui è un re!

Ci racconta una breve storia d'amore, o forse è solo voglia d'amore, con la sua voce irregolare. Jimi Hendrix si vergognava perfino a cantare, forse si vergognava non tanto della sua voce, ma solo dell'enorme scarto tra la sua voce e le sue dita. 

Che dire, lui ha appena iniziato a cantare e la canzone è già quasi finita eppure sembra che sia passato tanto tempo, quel tempo che lui stesso ha fermato, ha dilatato, ha relativizzato, con questa magnifica canzone. Siamo in paradiso, lo vediamo dall'oblò di un dirigibile, il vetro è appannato, non si vede proprio bene eppure non possiamo negare che si tratti proprio del paradiso.

Ecco, sta già finendo, ci sta salutando, ascoltiamo l'eco della sua chitarra che inizia un assolo che non sentiremo mai perchè sfuma verso l'infinito.

Il nonno ci ha parlato, già non ricordiamo più bene cosa ci abbia detto.

Solo di una cosa siamo sicuri: qualsiasi cosa ci abbia detto, aveva ragione.  

 

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