..Hendrix sul palco..

Hendrix e il pubblico completamente immobile e ipnotizzato di fronte a questo essere venuto da chissàdove ad esprimere tutto ciò che aveva dentro con gli ululati che riusciva a produrre dalla sua chitarra.. Hendrix e le espressioni di estrema passione e di estremo godimento del suo viso... i suoi occhi chiusi.. la bocca che si storceva mentre suonava le sue macumbe... i suoi riti voodoo.. eh si.. "voodoo child", l'apice di questo concerto epocale... sentire Hendrix.. vedere Hendrix far passare attraverso il suo strumento il suo urlo... il suo inferno interiore che bruciava sempre di più... sempre di più.. creando un suono con una tale anima dentro che ieri, come oggi, come domani, lascia le orecchie sanguinanti.

Vederlo aggredire, stritolare, spremere la sua chitarra nel tentativo estremo di far uscire tutto... la bellezza, la violenza, la poesia, la devastazione, l'arte... Sembra che sia davvero solo su quel palco, nonostante il pubblico e la band che l'accompagnava... aveva ormai oltrepassato ogni limite, e il misticismo che pervade la sua performance (vederlo suonare in quel modo è un'esperienza quasi mistica) lo conferma in ogni nota, in ogni movimento, in ogni assolo (ripeto: questi non sono assoli, sono ululati) sparato fino alle stelle.

Ci sarà la "Band of Gypsys" poi.. e quell'ultima esperienza metafisica che sarà "machine gun"... ma qui.. qui c'è Hendrix colto nel suo momento più vero.. mentre cammina in bilico tra salvezza e dannazione... ma purtroppo già avvolto dalle fiamme dell'autodistruzione.

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