La Band of Gypsys salì sul palco di Woodstock la mattina del 18 Agosto 1969. Sullo stesso palco, nei giorni precedenti, si erano esibiti, Joe Cocker, Janis Joplin, The Who, Jefferson Airplane, Santana, Jeff Beck, e i pochi (si fa per dire) coraggiosi spettatori rimasti (circa 250 000) assistettero ad uno dei concerti più sconvolgenti della carriera del chitarrista di Seattle.
Hendrix aveva da poco lasciato gli Experience e viveva il momento più difficile e incerto della sua carriera artistica. Per questo Woodstock è un concerto diverso da qualsiasi altra sua esibizione live: caotico, confuso, improvvisato, a volte si ha l'impressione addirittura che Hendrix ne abbia trascurato la preparazione, si scusa più volte con il pubblico (I'd like to do this song... what song do we now?), indugia a lungo nell'accordare la chitarra tra un pezzo e l'altro... tuttavia, man mano che va avanti la performance, per incanto, acquista una carica incredibile sia nella riproposizione di classici come "Fire", "Purple Haze", "Hey Joe", "Red House", "Voodoo Child", "Hear My Train Comin'", che nelle lunghe improvvisazioni tipiche del periodo: "Jam Back at House", "Woodstock Improvvisation" e soprattutto la celeberrima "Star Spangled Banner", qui in una versione letteralmente strabiliante.
Così commenta David Fricke all'interno del booklet: Woodstock non è stato il più grande concerto di Hendrix, ma è stato il più "vero". Tutto ciò che era giusto, sbagliato, irrisolto della sua musica e della sua carriera quella mattina venne fuori, gridato, diretto, senza filtri di ogni tipo. Jimi Hendrix voleva fare una musica profonda come il mare, grande come il cielo, vera, come vera era la sua vita. Questo concerto rappresenta come egli abbia provato a fare tutto questo una mattina, alla fine di uno strano, lungo weekend di Agosto del 1969.

Le remasterizzazioni pubblicate oggi dalla Classic Records in questo elegante cofanetto di tre LP offrono una qualità sonora incredibile. Il box comprende inoltre un booklet di 36 pagine con alcune splendide e rarissime foto di Hendrix, due avvincenti saggi di David Fricke e John Mc Dermott, il biglietto del concerto (la data indicata è il 17 Agosto... in realtà il concerto fu spostato al giorno dopo per problemi tecnici), un EP di 7' contenente "Izabella" e "Message to the Universe" registrate nei giorni seguenti (sempre a Woodstock) e persino un plettro, sul modello di quello usato da Jimi a Woodstock. Nel booklet infine è presente una recente intervista del patron di Classic Records Michael Hobson a Eddie Kramer - fu lui il sound engineer di Woodstock - che racconta tutti i dettagli di come furono effettuate le registrazioni di allora. Imperdibile.

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