I dischi dei batteristi spesso sono proprio tremendi.
Non a caso, nei credits dei brani in genere compaiono di rado, a testimonianza del fatto che in genere non partecipano alla stesura della musica. Per non parlare delle precedenti esperienze personali avute in merito - ricordo una cocente delusione legata ad un disco di Omar Hakim, strepitoso musicista al servizio degli altri, ma imbarazzante nella prova a nome proprio che ebbi modo di ascoltare. Questo per dire che senza l'azione del pusher musicale di fiducia, questo cd l'avrebbe comprato qualcun altro. E invece adesso è qui che gira nel player, e rappresenta una piacevole sorpresa.
Attorniato dai musicisti del Complex e da collaboratori/amici di livello (prevedibile la presenza di Corgan), Chamberlin dà sfogo al suo euberante drumming riuscendo a rimanere quasi sempre al limite, senza sforare nell'esibizione fine a sé stessa. La musica è un rock che ovviamente contiene rimandi all'"alternative" degli anni '90 - Smashing Pumpkins (Loki Cat) e Sonic Youth (Love Is Real) -, e li media con una sensibilità psichedelica (Neverwaves) ed elementi di rock jazzato che richiamano a tratti le cose della Mahavishnu Orchestra di memoria settantesca (l'iniziale "Streetcrawler", e poi "Owed To Darryl", ad esempio).
Sia chiaro, miracoli non se ne sentono, ma si tratta di un'opera comunque intelligente, che merita un ascolto se le coordinate di cui sopra incontrano i vostri favori, e con cui Chamberlin rischia mettendosi in gioco in un ambito meno immediato di quello a cui deve le sue fortune.
E questo, insieme al risultato tutt'altro che dispezzabile, gli va risconosciuto.
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