Sempre lontano dalle luci della ribalta quanto apprezzato dai colleghi, il nostro Jay Jay (in realtà John Weldon) Cale ci regala con questo suo sesto album datato 1981 un’altra infilata di pezzi gustosi, con un sound complessivo coeso, conciso e riconoscibile.
Tutte tranne una («Mama Don’t») sono sue composizioni e metterei in cima alle mie preferenze il pezzo di chiusura (la strumentale «Cloudy Day») che ci rende bene quell’idea di “Tulsa Sound” che proprio a lui fa riferimento: una rilassata fusione di generi diversi, dal country-rock al blues e al rockabilly con qualche venatura jazzata (qui l’assolo al sax è di Dennis Solee, un session man niente male).
Poi l’amara «What Do You Expect» vivacizzata da un bell’intervento di Leon Russell al piano elettrico; la delicata «Wish I Had Not Said That» e il country-western di «Carry On». La sua chitarra sempre impeccabile, misurata ed efficace: detta in termini generali, non è un mistero l’influenza che il buon J.J. Cale ha avuto su musicisti del calibro di Mark Knopfler e soprattutto Eric Clapton e in questa manciata di canzoni, 10 in tutto, ritroviamo più di un richiamo ai questi suoi illustri “discepoli”.
Insomma, non sarà certo SHADES il disco che ci cambia la vita, ma per me ogni volta che lo ascolto è come fare pausa in poltrona assaporando la mia marca di birra preferita.
La parte grafica per concludere: assolutamente minimalista, come al solito senza una sua foto, purtroppo e pure senza i testi delle canzoni, anche se precisa nell’indicare i musicisti di contorno e ironica nell’ispirazione franco-tabagista dell’immagine copertina. Consigliato!
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