Ci sono dischi, o meglio c'è della musica che non ha età. Ci sono artisti che non hanno età.

Hanno avuto qualcosa da dire e sono diventati protagonisti. Hanno smesso di fare una determinata "cosa" e hanno iniziato con un altra... togliendosi pure la soddisfazione di riuscire bene in quella loro altra "cosa". Ci sono le persone, che vengono ancora prima degli artisti. E alcune persone, si sà non muoiono mai.

Dopo circa dieci anni dallo scioglimento dei Clash, Joe Strummer avendo ritrovato l'ispirazione e dei nuovi compagni di avventure, torna a calcare le scene con i The Mescaleros. Così Joe Strummer & The Mescaleros nel 1999 danno alle stampe il loro primo disco "Rock Art and The X-Ray Style", che riceve buoni consensi e crea una nuova attenzione nei confronti di un artista, quasi dimenticato.

Due anni dopo nel 2001 esce "Global a Go-Go". Questo disco è forse quello della maturità artistica di una persona che ha incendiato animi, influenzato generazioni e scritto innumerevoli pezzi di rock che hanno fatto sì che il nome The Clash faccia ancora oggi emozionare la gente. Musicalmente "Global a Go-Go" è un miscuglio di stili e influenze, da sempre care a Strummer.

In questo disco musicalmente "bastardo", Joe esplora e rilegge alla sua maniera e con grande capacità la musica reggae, celtica, hindi e latina. Musicalmente l'atmosfera che si respira in questo disco accomuna Joe Strummer a Manu Chao, ma si differenzia da quest'ultimo per una sicuramente maggiore impostazione rock e questo fà sì che nascano ottime composizioni influenzatissime; che alternano percussioni tribali a schitarrate elettriche oppure suadenti inserti di elettronica si mischino a toccanti fraseggi di violino. Come immaginare di essere ad occhi chiusi in un mercato di un paese esotico, strano, magari un fanta-paese dove siete sicuri che qualcoa avete riconosciuto ma passo dopo passo, la vostra sicurezza viene minata da indizi che vi sballottolano a destra e a manca. . . . lasciandovi quella sensazione di piacevolissimo stordimento e immensa curiosità. Questo esempio potrebbe calzare per descrivere le 11 tracce di questo disco.

Se vi state chiedendo quando lo "sporcarsi" in musica, giocando con stili, ritmiche e strumenti anche distanti fra loro diventi casino.. da parte mia vi dico che in questo disco ci sono momenti che ad un primo ascolto possono sembrare forzati, ma che con un pò più di attenzione si rivelano in tutta la loro bellezza. Anche in momenti presunti deboli, quando magari c'è la vogli di saltare un pezzo, ecco che arriva un passaggio, un uso di pillole di elettronica, un violino o una percussione che vi farà spostare lo sguardo dalla visione d'insieme al particolare.

Il punto di forza di quest'album stà proprio nell essere vario, ricercato e accattivante ma allo stesso modo semplice e diretto. Questo disco insieme al precedente ed al successivo, sono testimonianze attualissime di un artista che non ha mai fatto mistero delle sue idee e della sua musica, anzi le ha promosse, le ha urlate, poi le ha cantate e dopo ancora recitate.

Un artista cittadino del mondo, che musicalmente e non solo oggi manca più che mai.

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