Quando Briony Tallis a soli tredici anni capisce di essere diventata una scrittrice non sa di scherzare con il fuoco. La sua è una commediola innocente, una fiaba che avrebbe dovuto mettere in scena con l'aiuto dei cugini, Lola e i due gemelli, per festeggiare il ritorno nella tenuta di famiglia fuori città del fratello Leon e del suo amico, Paul Marshall. La Germania incombe sempre più minacciosa sull'Europa, la guerra è alle porte ma in casa Tallis l'unico disturbo che sembrano avvertire i suoi abitanti è l'afa estiva. Un altro giorno perfetto per Briony, reso speciale per l'arrivo del suo amato fratello eppure qualcosa va storto. Cecilia, sua sorella maggiore, intrattiene uno strano rapporto con l'umile figlio della domestica Robbie, un rapporto che gli occhi di una bambina non riescono ancora a comprendere a fondo. La passione fra i due amanti viene fraintesa e una serie di indizi forniti da Briony stessa, sconvolta anche dal desiderio di vendicare la sua non corrisposta cotta infantile per Robbie, portano il ragazzo ad essere accusato di violenza carnale sulla giovane Lola. Lui fila in prigione e paradossalmente a liberarlo è la necessità di uomini al fronte, lei diventa una crocerossina ma la guerra, il caso, la Storia li divideranno definitivamente obbligando Briony a cercare la sua espiazione.
L'exploit di Joe Wright alla regia di un lungometraggio nel 2005 lo aveva messo in luce agli occhi della critica e del pubblico ed entrambe le categorie a riguardo si frantumarono in una miriade di opinioni divergenti. "Orgoglio e pregiudizio" fu esaltato da molti per la linearità della narrazione, per una spiritosa Keira Knightly, per la fotografia limpida e al contempo fu mortificato a causa dell'eccessiva patinatura, di una resa manierata dello splendido romanzo di Jane Austen. Con "Atonement-Espiazione", ci riprova e parte dell'omonima opera del celebre scrittore Ian McEwan. Vero, non si discute neanche sulle proporzioni fra il suddetto e la Austen, ma "Espiazione" è tutt'altro che un romanzo semplice. D'altronde ci si accosta sempre con diffidenza alle pellicole basate su un romanzo specie se lo si è amato o se ne si ama l'autore. Ma il regista inglese si rivela sicuro e fiero del proprio prodotto quando l'anno passato aprì con "Espiazione" la mostra del cinema di Venezia.
La sceneggiatura è affidata a Christopher Hampton ("Le relazioni pericolose") che deve far fronte ad un problema essenziale di riadattamento del libro. Nel romanzo di McEwan infatti la narrazione è impostata secondo un criterio singolare che elude anche l'inflazionata modalità del flashback: nell'epilogo è concentrato il senso dell'intero libro dato che solo alla conclusione il lettore riesce a capire che l'ormai adulta Briony ha esposto un diversivo al reale andamento dei fatti permettendo a Cecilia e Robbie almeno su carta di non essere separati dalla morte, dando luogo alla purificazione della sua coscienza pentita per averli divisi. Onde evitare che la sceneggiatura si imbrigli inciampando su se stessa in virtù della totale aderenza al libro, al cinema i termini vengono invertiti e l'intero film scorre lasciando alla fine la rivelazione di Briony anziana, rievocando più un fragoroso e banale colpo di scena che la suggestione dell'opera da cui è tratto. Per molti questo aspetto potrà apparire come una furbesca trovata del regista e dello sceneggiatore ma in realtà sarebbe meglio qualificarlo come un espediente necessario partendo dal presupposto che il grande schermo non può permettersi i lussi cui la letteratura ha la facoltà di abbandonarsi , un espediente inoltre compensato da numerosi altri elementi.
Per quanto concerne la scenografia, la fotografia e i costumi Joe Wright e il suo intero staff ripone una cura estremamente minuziosa. La perfezione estetica del film potrebbe addirittura trarre in inganno conducendo al sospetto di un mascheramento di scarsa sostanza al di sotto degli splendidi ritratti della campagna inglese (con i quali aveva già deliziato al suo debutto) e dell'infelice vita al fronte pur dimostrandosi di tanto in tanto eccessiva come nell'indugiare barocco della cinepresa sul particolare. La colonna sonora, opera del nostro Dario Marianelli che per le musiche di "Espiazione" si è aggiudicato il Premio Oscar 2008, non rimane semplice cornice del racconto ma interviene con il costante ticchettio di una macchina da scrivere. Gli attori sanno adeguarsi alla buona resa complessiva. Escludendo la grande Vanessa Redgrave che ci regala la sua presenza negli ultimi minuti del film nei panni di una Briony rassegnata alla malattia e provata dal suo percorso di pentimento, mantengono le aspettative Saoirse Ronan, James McAvoy e l'intero cast di contorno. La stessa Knightly, che in passato non ha sempre mantenuto alti i suoi livelli, questa volta si impegna al massimo e la sua interpretazione fornisce i primi segni di una certa maturità.
"...Come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c'è nulla al di fuori di lei. E' la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c'è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. E' sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo." "Espiazione"- Ian McEwan
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