Primo è ateo. A onor del vero non ha tutti i torti. Nella sua situazione proprio no.

Anche un vecchietto ne "Il pianista" di Polanski sceglie di diventare ateo. Neanche lui ha tutti i torti in quella situazione. Non si può credere in Dio, o meglio che quest'ultimo esista se sulla terra c'è un demone di nome Hitler che per un cruccio privo di fondamento decide di distruggere ogni cosa che ha a che vedere con gli ebrei, persone incluse (soprattutto). Devo dargli ragione a Primo. A lui e a tutti coloro che hanno vissuto la sua esperienza e hanno avuto la fortuna (o sventura) di raccontarla.

Primo è confuso. Sta succedendo qualcosa di strano nel lager. Esplosioni insolite, turbolenza insolita. Quelle bestie dei nazisti non risparmiano un prigioniero neanche in fuga. Ma perchè scappano? Cosa sta succedendo? Qualcuno abbatte il cancello della prigione e si riesce a sentire un profumo diverso. Zoppicando riesco a vedere oltre il reticolato di spine. Semmai è esistito un sole oggi riesco a vederlo bello, tondo e non più a quadretti o malcelato da aculei di metallo elettrico. Sta arrivando qualcuno. Forse i nazisti stanno rientrando ed il profumo diverso sta tramutandosi nel fetore mortale che ho dovuto respirare per tutto questo tempo...ma non sono tedeschi. Sono russi e sono venuti a liberarci.

Primo è laureato in chimica e i russi non riescono a collocarlo temporaneamente nelle caserme di passaggio. Gli occhi brillanti di un'infermiera che conosce la sua lingua lo stravolgono. Potresti aiutarmi a selezionare i medicinali per curare i deporati feriti o malati. E sono tanti. Che occhi belli... In fondo i russi non sono poi cattivi. Miti in pace e atroci in guerra. Ma chi non è atroce in questa guerra? Cosa non è atroce in questa guerra? Anche un pezzo di pane lo è se lo si riesce a masticare.

Primo vuole tornare a casa, a Torino, sperando che non l'abbiano bombardata. I russi stanno allestendo dei treni per portarci a casa. Finalmente dei treni dove possiamo sederci, a differenza die carri bestiame dove i nazisti ci lasciavano soffocare. Il viaggio è lungo e fa freddo. Siamo costretti a fermarci perchè la ferrovia a volte è interrotta. Maledetta guerra! Ho provato a vendere una camicia per qualche zloty e ho conosciuto degli amici. Un greco, e degli italiani, uno è un borseggiatore milanese, l'altro un violinista, poi un caciarone romano, ho anche conosciuto una donna che mi ha regalato l'amore più dolce e innocente che ci possa esistere. Un bacio effimero che vuol essere un ringraziamento. E il mio amico Daniele, compagno di sventura.

Primo sente degli spari e avverte di nuovo quel terrore. Che siano tornati i tedeschi? Berlino è nostra! Hitler è morto! La guerra è finita! Il terrore scompare e il tremore si dissolve. Yevgenij Khaldej sta fotografando quel soldato dell'Armata Rossa che issa la bandiera sul Reichstag appena conquistato. Qui invece scorre la vodka, si canta e si balla. Che bello quel calore. Finalmente delle mani riscaldate mi accarezzano la schiena. Ora torniamo sul treno però perchè sembra che i russi abbiano riparato la ferrovia. Torniamo a casa tra una canzone e un pezzo di formaggio, tra una risata e del pane morbido. Ci fermiamo a Monaco e scendo un attimo per sgranchirmi le ginocchia. Ci sono dei tedeschi che lavorano a dei binari. Non resisto. Gli mostro il numero, la stella, le righe, il tatuaggio. Il tedesco perde il coraggio e si inginocchia per chiedere penitenza.

Primo è arrivato a Torino. Corre verso casa e giunto sulle scale del suo palazzo riceve quegli abbracci che non sentiva da anni. Sentire chiamare il suo nome da voci conosciute. Sentire il volto inumidito dalle lacrime di qualcuno che ti ama. Primo spezza il pane e ne immerge un pezzetto in una ciotola di latte caldo. Raccoglie il taccuino su cui ha appuntato delle righe durante il viaggio. Si siede tra i libri che ha amato tanto, si ferma e ci fissa: "Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case/voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici/Considerate se questo è un uomo/che lavora nel fango/che non conosce pace che lotta per mezzo pane/che muore per un si o per un no".

Meditate che questo è stato...

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