E' bene dire subito che si tratta di un film lungo, barocco e in alcuni passaggi forse anche un po' kitsch. Però che storia ci racconta Boorman! Ci racconta una delle grandi vicende di cui è intessuta la trama del nostro passato, confuso tra storia e mito. Siamo in pieno Medioevo e ci scorrono davanti in oltre due ore di film, gli accadimenti della vita e della morte di Re Artù.

Boorman parte da lontano, dal concepimento del Re, frutto della volutta di Uther, cavaliere invitto ma non predestinato, che chiede a Merlino di fargli assumere le sembianze del Duca, suo nemico, pur di possederne la splendida moglie. Merlino acconsente a patto di reclamare, dopo circa vent'anni, il figlio generato da quell'artificio. Ovviamente il figlio è Artù, che dimostra di essere il predestinato estraendo Excalibur dalla roccia in cui era stata infissa. Seguono tutte le vicende che raccontano la magnifica e nota epopea: dal matrimonio con Ginevra allo scontro con Lancillotto (che diverrà il più grande dei nobili di Artù), dalla istituzione dei Cavalieri della Tavola Rotonda fino al tradimento di Ginevra e Lancillotto che rompe l'idillio e conclude l'era di pace e prosperità.

Da questo momento in avanti, credo che Boorman dia il meglio della sua visione del mito, raccontando la decadenza del regno attraverso immagini di grande lirismo e drammaticità. La ricerca del Santo Graal costituisce il momento centrale della seconda parte del film e racconta il disperato tentativo di Parsifal di donare al Re morente l'unico rimedio in grado di "riempire la sua anima" e raccogliere le forze in vista dello scontro finale con Mordred, il figlio sacrilego avuto dal rapporto con sua sorella Morgana, che chiudendo il cerchio della magia apertosi con suo padre Uther, assume grazie ancora a Merlino le sembianze dell'amata e perduta Ginevra. Il film si chiude con l'ultima, epica battaglia tra Artù e suo figlio, che si concluderà con la morte di entrambi e l'entrata di Artù nel mito. Excalibur verrà rigettata da Parsifal nel lago da dove emerse anni e anni prima, per essere riconsegnata ad un nuovo re in grado di pacificare tutta la terra.

Il Destino guida e decide le vicende umane dei principali personaggi che hanno, tutti, una profonda tragicità: Artù, che, essendo il predestinato, sacrifica la sua vita all'ideale cavalleresco; Lancillotto, che tradisce quasi disperatamente il suo Re e trova solo nella morte la sua sete di espiazione; Ginevra, che costituisce la causa involontaria (?) della rovina di Camelot; Parsifal, che nella solitudine della sua impresa trova la ragione profonda del suo servizio alla causa della cavalleria.

Insomma, non è semplice sintetizzare la complessità della vicenda raccontata, ma Boorman, attraverso immagini di grande e commovente lirismo trasmette l'essenza del mito, che racchiude del mistero del Graal che Parsifal riesce a svelare: la Terra e Artù sono una sola cosa e se "c'è un Re senza una spada, la Terra è senza un Re".

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