Se "A Love Supreme" era il dono di Coltrane a Dio che lo aveva ispirato, il successivo "Ascension" è un'immensa discesa negli inferi da cui il grande John, insieme a una decina di grandi musicisti, cerca di risalire per vedere la luce...

Un mio amico metallaro ha definito "Ascension" un album più satanico di quelli black metal e affini che ascolta solitamente... In effetti è proprio così: mi è capitato di addormentarmi durante l'ascolto di quest'inferno; dopo quindici minuti mi sono svegliato come sconvolto in un bagno di sudore... Una cosa del genere mi era capitata solo con le urla disperate presenti in "Revolution 9" dei Beatles.

Non c'è molto da parlare per quanto riguarda le tracce, ci sono solo due versioni dello stesso brano "Ascension". Quaranta e trentotto minuti di fischi, urla, assoli disperati con trombe e sassofoni che cercano di "ascendere" su note impossibili che non vengono suonate, ma bensì urlate come se qualcuno torturasse gli strumenti o i musicisti. Il tutto inframmezzato da momenti di improvvisazione complessiva su un tema molto semplice, quasi basilare, che lascia totalmente disorientati...

Da notare il bell'assolo dei contrabbassi, un duetto tra Davis e Garrison, uno con l'arco e l'altro pizzicato, molto interessante; e la batteria sempre innovativa e mai banale di Elvin Jones...

Molto importante per la carriera di Coltrane (segna la sua definitiva svolta verso il free), non ai livelli di "A Love Supreme" o "Giants Steps", ma ottimo comunque. Sconsigliato ai deboli di cuore... :-)

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