Dopo la rispettabilissima gavetta, consumata a fianco di alcuni noti zuzzurelloni della scena Jazz dei '50 (vi dicono niente i nomi Earl Bostic e Dizzy Gillespie?), e la consacrazione avvenuta alla corte del simpaticone per antonomasia, Mr Miles Davis, giunge infine per il buon Coltrane, il momento di formare il proprio primo quartetto storico.

Dopo aver suonato su "Kind of Blue", mica puoi circondarti di gente a caso. Infatti la scelta ricade su di un pianista coi contro attributi come McCoy Tyner, e di una sezione ritmica che non avrebbe sbagliato un colpo neanche sotto minaccia di morte. Ovvero: Elvin Jones alla batteria e Steve Davis al contrabbasso (di quest'ultimo effettivamente non conosco altro, a parte la partecipazione sul disco preso in esame). I quattro si ritrovano negli studi della Atlantic, e tra uno scopone scientifico e un ruba mazzetto, finiscono pure col farsi venire qualche buona idea. L'introduzione pianistica della titletrack (ve la ricordate "Trouble Man" dei Juggaknots? No? Che peccato...) ci prende per un orecchio e trasporta dritti dritti in uno scambio di battute tra McCoy, che detta il ritmo, e John che ci disegna sopra una trama melodica di gran classe. E giusto per dimostrare che, sì, possono permettersi di suonare quello che vogliono, passano dalla spensieratezza dello Swing alla malinconia del Blues, con la stessa nonchalance con cui un comune mortale passa dal caffè al giro d'amari della casa. "Everytime We Say Goodbye" è.... No cioè hai presente quando... E' tutto troppo... Veramente... Mah, non saprei. Un misto tra la malinconia per la fidanzata mestruata nei giorni di alzabandiera cronico e un "Ma sì dai, in fondo c'è gente che se la passa molto peggio: i malati, gli affamati, i fan di Gigi D'alessio...".

Neanche il tempo di asciugarsi gli occhi che Trane, così di punto in bianco, posa il sax soprano per passare al tenore. Non vorrà mica scalfire un amalgama musicale di così pregiata fattura? Macchè, non se lo sogna minimamente! E per non lasciare che qualche cretinetti, possa andarsene in giro a banfare che lui e i suoi son delle mammolette, va a prendere un Classicone, di quelli con la C maiuscola. Evitando di scadere in facili manierismi perché, non solo se la suona in un registro completamente diverso da tutte le versioni apparse fino a quel momento, ma a metà lascia pure che Davis e Jones si prendano dei meritati applausi, con un assolo a testa e un delizioso botta e risposta. Quale modo migliore di far giungere a conclusione cotanto ben di Dio, se non movimentare un po' la situazione? E allora lasciate che sulla trascinante "But not for Me", le nonne si sentano belle come quando eran ragazze, i nonni le invitino a ballare, e impostate la digitale in modalità "bianco e nero". Che poi su feisbuc le pulzelle ci vanno fuori per 'ste foto vintage. Come? Non rende l'idea? E chissenefrega.

Ma ancora qua a leggere i miei deliri stai? Dai spegni il computer e vai a cercarti sta somma figata di dischetto. Guarda che fai un favore a te mica a me. E poi cosa pretendi? E' l'una di pomeriggio, mi son sparato sei ore di lavoro, non ho ancora pranzato e sono già al quarto spino.

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